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Ingresso di soggiorno e rinnovo titolo di soggiorno

accredited school Tuscan Region N FI0940, non-profit association registered at the Tuscany Region n° 2435

Ingresso di soggiorno e rinnovo titolo di soggiorno

 

 

Sentenze 2016

 

  • TAR Lazio Sentenza del 5 dicembre 2016 pubblicata il 19 dicembre 2016 n. 12620: si conferma la precedente giurisprudenza e si riconosce il diritto del cittadino straniero a ricevere la notifica del provvedimento conclusivo della richiesta di rilascio del permesso di soggiorno (diniego) tramite il proprio avvocato
  • TAR Sicilia Sentenza del 6 dicembre 2016 pubblicata il 16 dicembre 2016 n. 3003: costitusce ius receptum il principio secondo il quale la riabilitazione dell'extracomunutario per una condanna precedentemente considerata ostativa supera la presunzione di pericolosità sociale, che la legge attribuisce a tale condanna, in quanto attiene direttamente alla stessa valutazione della pericolosità sociale commisurata sul rapporto tra i precedenti penali dell'interessato e la condotta dello straniero, che viene operata ai fini del permesso di soggiorno; la mera riabilitazione del ricorrente non consente di ritenere dovuto il rinnovo del permesso di soggiorno, risultando comunque necessaria da parte dell'Amministrazione preposta una specifica e autonoma ponderazione dei fatti sopravvenuti e della complessiva condotta dell'interessato al fine di verificare la eventuale permanenza di pericolosità sociale, nonché la sussistenza degli ulteriori requisiti richiesti dalla legge per il rilascio del titolo invocato (v. requisiti reddituali, alloggio, etc.)
  • TAR Trento Sentenza del 27 ottobre 2016 pubblicata il 6 dicembre 2016 n. 410: il ritiro (momentaneo) del passaporto da parte della polizia di Dubai, disposto nell'ambito di indagini condotte nei confronti di persona diversa dall'odierno ricorrente, costituisce circostanza effettivamente idonea, nella fattispecie in esame, per ritenere sussistenti i "gravi e comprovati motivi" che la stessa disposizione normativa (art. 13, co. 4, d.P.R. n. 394/1999) posta a fondamento dell'impugnato provvedimento di diniego del rinnovo del permesso ammette per giustificare il rientro del cittadino extracomunitario nel territorio dello Stato italiano oltre i termini ordinariamente stabiliti
  • TAR Veneto Sentenza del 1° dicembre 2016 pubblicata il 5 dicembre 2016 n. 1328: il ricorso vada accolto per la fondatezza della prima censura relativa al vizio di "Violazione falsa applicazione dell'art. 10 bis della L. 241/90" nell'assunto che, nonostante nel provvedimento di diniego si affermi che in data 24.06.2016 veniva data comunicazione dei motivi ostativi all'accoglimento dell'istanza ai sensi dello art. 10 bis della L. 241/90, in realtà, nel caso di specie, la comunicazione del 24.06.2016 non risulta idonea ad assolvere a tale funzione perché contiene unicamente l'indicazione della documentazione mancante: "iscrizione anagrafe VR + redditi 2015", senza effettivamente contenere la sintetica indicazione dei motivi che sono stati ritenuti ostativi all'accoglimento della domanda, come sarebbe avvenuto se, unitamente all'indicazione della predetta documentazione, fosse stata ad esempio quantomeno barrata la casella dello stampato relativa a " insufficienza dei mezzi di sussistenza..."
  • TAR Lombardia Sentenza del 30 novembre 2016 pubblicata il 5 dicembre 2016 n. 2298: il respingimento alla frontiera, disposto ai sensi dell'articolo 10, commi 1 e 2 del decreto legislativo n. 286 del 1998, deve essere contestato innanzi al giudice ordinario. Ciò in quanto si tratta di una misura correlata all'accertamento di circostanze e presupposti di fatto esaustivamente individuati dalla legge e che incide su situazioni soggettive aventi consistenza di diritto soggettivo. Conseguentemente, in mancanza di una norma derogatrice che assegni al giudice amministrativo la cognizione sull'impugnazione dei respingimenti, deve trovare applicazione il criterio generale in base al quale la giurisdizione sulle controversie aventi ad oggetto diritti soggettivi spetta al giudice ordinario
  • TAR Campania Sentenza del 16 novembre 2016 pubblicata il 2 dicembre 2016 n. 5569: "l'omessa integrazione della pratica è dipesa da causa a lei non imputabile, ossia dal consistente ritardo con cui l'amministrazione competente, e precisamente il Comune di Gricignano d'Aversa, ha evaso la pratica relativa alla richiesta di licenza commerciale per l'esercizio dell'attività di commercio su aree pubbliche itinerante che risultava peraltro inoltrata il 3.01.2014 sin da data anteriore alla presentazione della richiesta di rinnovo-conversione del titolo di soggiorno"
  • TAR Lombardia Sentenza del 23 novembre 2016 pubblicata il 28 novembre 2016 n. 1620: lo straniero non ha chiesto il rinnovo del titolo per poter continuare il rapporto di lavoro ritenuto fittizio e il fatto che la domanda di rinnovo sia stata presentata dopo che lo stesso è cessato vale senz'altro ad escludere la volontà di quella condotta fraudolenta che il Consiglio di Stato (sentenza n. 5880/2015) ha individuato come elemento necessario per il diniego del titolo di soggiorno a fronte della dichiarazione di un rapporto di lavoro risultato fittizio
  • TAR Lombardia Sentenza del 31 agosto 2016 pubblicata il 27 ottobre 2016 n. 1391: poiché l'inserimento sociale e lavorativo è un percorso complesso, attualmente ostacolato anche dalla difficile situazione economica generale, la valutazione circa l'adeguatezza del reddito dei cittadini extracomunitari deve tenere conto dell'impegno individuale di ognuno e delle prospettive di miglioramento entro un termine ragionevole. Non possono invece avere tutela quelle situazioni di precarietà che si dilatano indefinitamente, rivelando un sostanziale disinteresse verso la ricerca di un'attività lavorativa regolare
  • Consiglio di Stato Sentenza del 6 ottobre 2016 pubblicata il 20 ottobre 2016 n. 4385: la detenzione di 3 paia di jeans con marchio contraffatto e di due borse con marchio sconosciuto (peraltro rinvenute in un luogo diverso da quello di residenza), per quanto integrante la fattispecie delittuosa degli art. 474 e 648 c.p., non basta a connotare, per la tenuità del fatto, secondo l'id quod plerumque accidit, una pericolosità sociale in concreto dello straniero in Italia tale da giustificare la sua espulsione dal territorio nazionale
  • Consiglio di Stato Sentenza del 30 agosto 2016 pubblicata il 17 ottobre 2016 n. 4352: la normativa sull'immigrazione non impone, in via di principio, un reddito annuo minimo prefissato, ma si limita a richiedere il possesso di un reddito annuo minimo corrispondente all'importo dell'assegno sociale (stabilito dal Ministero del Lavoro di anno in anno) soltanto in alcune specifiche situazioni, come nel caso di richiesta del permesso di soggiorno CE oppure di ricongiungimento familiare (vedi Cons. Stato, Sez. III, n. 597/2015, n. 6069/2014 e n. 3596/2014); quindi - richiedendo gli artt. 4 e 6 del D.LGS. n. 286/1998 e l'art. 13 del DPR n. 394/1999 soltanto la disponibilità di «mezzi di sussistenza sufficienti per la durata del soggiorno» - il possesso di un reddito minimo corrispondente all'assegno sociale (al di fuori delle ipotesi in cui sia richiesto espressamente dalla legge) rappresenta un criterio orientativo di valutazione, e non un parametro la cui mancanza sia automaticamente ostativa al rinnovo del permesso di soggiorno per lavoro subordinato, dovendosi tener conto delle varie circostanze che di fatto concorrono a consentire il sostentamento dell'immigrato
  • TAR Liguria Sentenza del 13 ottobre pubblicata il 17 ottobre n. 1028: la normativa riguardante il soggiorno per studio prende in considerazione le esigenze di salute ai soli fini della necessità del superamento delle verifiche di profitto, escludendo espressamente la rilevanza dei motivi di salute per il superamento del numero massimo di rinnovi previsti
  • TAR Toscana Sentenza del 5 ottobre 2016 pubblicata il 17 ottobre 2016 n. 1494:  il ricorrente contesta il mancato inoltro del preavviso di rigetto e deducendo che avrebbe potuto introdurre elementi utili alla definizione positiva del procedimento. Considerato che l'archiviazione dell'istanza equivale sostanzialmente a un diniego del titolo di soggiorno e avrebbe pertanto dovuto essere preceduta dall'inoltro del preavviso, ex art. 10 bis l. 7 agosto 1990, n. 241
  • TAR Toscana Sentenza del 5 ottobre 2016 pubblicata il 17 ottobre 2016 n. 1483: il ricorrente ha documentato in giudizio la costituzione di un rapporto di lavoro in data 23 febbraio 2016 e tale circostanza è stata comunicata all'Amministrazione procedente dal legale del ricorrente in data 25 febbraio 2016, ovvero nei 10 giorni dalla comunicazione dei motivi ostativi all'accoglimento dell'istanza ex art. 10-bis della l. 7 agosto 1990, n. 241, avvenuta il 15 febbraio 2016. In buona sostanza, l'Amministrazione ha pertanto adottato il provvedimento di rigetto il 18 febbraio 2016, senza neanche attendere il decorso del termine minimo per le osservazioni previsto dalla legge e senza considerare un nuovo elemento ritualmente e tempestivamente introdotto dal ricorrente nel procedimento e considerabile ex art. 5, 5° comma del d.lgs. 286 del 1998
  • TAR Lombardia Sentenza del 12 ottobre 2016 pubblicata il 15 ottobre 2016 n. 1340: allo straniero già regolarmente in Italia in forza di reiterati titoli di soggiorno non si applica la disposizione di cui all'art. 36 del T.U., mentre l'eventuale necessità di assolvere ad incombenti burocratici dovrebbe essere agevolata in qualsiasi modo dall'amministrazione, in ragione delle comprovate condizioni di salute dell'interessato
  • Consiglio di Stato Sentenza del 6 ottobre 2016 pubblicata l'11 ottobre 2016 n. 4194: il legislatore ha ritenuto che la situazione economica e finanziaria di un soggetto che entri in Italia per la prima volta - per intraprendere l'attività imprenditoriale, commerciale o artigianale senza disporre di alcun preventivo radicamento nel territorio nazionale - deve essere connotata da una maggiore disponibilità economica, in quanto il cittadino straniero incontra sicuramente maggiori difficoltà - che comportano anche maggiori oneri economici - per l'inserimento nel contesto sociale ed economico del paese di destinazione, rispetto ad un soggetto già radicato in Italia, che intenda semplicemente continuare la pregressa attività di lavoro autonomo o passare ad essa dalla precedente attività di lavoro subordinato. Del resto, sarebbe irragionevole prevedere dei limiti reddituali diversi per quei cittadini stranieri già inseriti nella società italiana che volessero soltanto mutare il titolo di soggiorno, con il risultato paradossale che il medesimo soggetto, disponendo del reddito pari alla capitalizzazione annua dell'importo mensile per l'assegno sociale, potrebbe perdere il permesso di soggiorno solo per aver mutato la natura del rapporto di lavoro da subordinato ad autonomo
  • TAR Lombardia Sentenza del 5 ottobre 2016 pubblicata l'11 ottobre 2016 n. 1312: debbono essere applicati i principi affermati dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo sulla scorta dell'art. 8 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo (diritto al rispetto della vita privata e familiare). In ragione di questi, il rispetto della vita privata e familiare dello straniero è da considerarsi prevalente su un provvedimento tendente all'allontanamento del medesimo, pur formalmente legittimo in base al diritto interno, dovendosi dare rilievo alla natura e alla gravità dell'infrazione commessa dal cittadino extracomunitario, alla durata del soggiorno, al tempo trascorso dall'infrazione e alla condotta mantenuta nel frattempo, nonchè alla solidità dei legami sociali, culturali e familiari con lo Stato ospitante e con quello di origine. In particolare quando la fattispecie sia qualificata come di lieve entità dallo stesso legislatore, come nel caso di specie. Nel caso di specie il ricorrente, residente in Italia da lungo tempo, è stato condannato nel 2013, ma per un fatto risalente al 2003 e, comunque, di lieve entità. Da tale data, nonostante i plurimi controlli, il ricorrente non è stato più accusato di alcun altro reato e ha avviato, nella seconda parte dell'anno, un'attività lavorativa, che potrebbe essere sintomatica di un inserimento sociale, ma che l'Amministrazione, seppur sollecitata in tal senso, ha omesso di considerare
  • TAR Campania Sentenza del 28 settembre 2016 pubblicata l'11 ottobre 2016 n. 4664: la riabilitazione dell'extracomunitario supera l'automatismo della condanna ostativa senza instaurare un nuovo automatismo a favore della riabilitazione, con la conseguenza che in caso di riabilitazione è necessaria, da parte dell'Autorità amministrativa, una nuova e specifica valutazione che accerti l'eventuale permanenza di pericolosità sociale in capo all'interessato. Nella fattispecie, dunque, alla luce della intervenuta riabilitazione del ricorrente, si rendeva, necessaria una nuova valutazione di concreta e attuale pericolosità per l'ordine e la sicurezza pubblica del ricorrente, qui non avutasi 
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 7 settembre 2016 pubblicata l'11 ottobre 2016 n. 843: "la configurazione della condanna penale indicata come fattore ostativo all'accoglimento dell'istanza di rinnovo del permesso di soggiorno non è affatto contestata in sé, ma solo per la mancata considerazione dell'intervenuto beneficio della sospensione condizionale della pena che peraltro - per giurisprudenza costante - è circostanza irrilevante ai fini della valutazione di legittimità dell'atto amministrativo impugnato"
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 7 settembre 2016 pubblicata l'11 ottobre 2016 n. 838: "anche il Consiglio di Stato ha rilevato che la specificità ed eccezionalità del permesso di soggiorno per motivi religiosi esclude - in mancanza di una disposizione normativa esplicita - la facoltà di conversione di detto permesso in permesso di soggiorno per motivi di lavoro, poiché l'unica ragione per la quale uno straniero extracomunitario ottiene il permesso di soggiorno per motivi religiosi è quella di svolgere sul territorio nazionale l'attività strettamente collegata al proprio ministero religioso e pertanto se tali presupposti vengono meno perché il titolare di tale permesso intende dedicarsi ad un'attività genericamente lavorativa, viene a mancare definitivamente l'unico presupposto di entrata e di permanenza del medesimo nel territorio nazionale (parere n. 1048/2015)"
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 7 settembre 2016 pubblicata l'11 ottobre 2016 n. 837: il titolo di soggiorno per motivi di giustizia presuppone una richiesta di rilascio da parte dell'Autorità Giudiziaria in funzione di ragioni giurisdizionali connesse a procedimenti penali di particolare gravità e quindi essenzialmente a tutela di un fondamentale interesse pubblico tale da giustificare la presenza dello straniero extracomunitario in Italia per il periodo strettamente necessario a tali esigenze giurisdizionali, senza che l'eventuale interesse personale del predetto alla permanenza sul territorio nazionale abbia la benché minima rilevanza giuridica e procedimentale
  • Consiglio di Stato Sentenza del 22 settembre 2016 pubblicata il 4 ottobre 2016 n. 4114: il permesso di soggiorno per attesa occupazione può essere concesso, per il periodo di un anno, all'extracomunitario, purché l'interessato, una volta perso il lavoro, eserciti effettivamente la facoltà d'iscriversi all'ufficio di collocamento, con la conseguenza che, non avendo l'originario ricorrente, nel caso di specie, provveduto al predetto adempimento, deve escludersi la spettanza ad esso del predetto titolo
  • TAR Lombardia Sentenza del 13 luglio 2016 pubblicata il 4 ottobre 2016 n. 1287: il sostegno economico dei familiari non può garantire la conservazione di un titolo di soggiorno per lavoro subordinato o autonomo. In realtà, l'aiuto proveniente dai familiari attenua certamente le preoccupazioni delle autorità a proposito della disponibilità di mezzi di sostentamento da fonte lecita, ma non è idoneo a trasformarsi in un sostituto del reddito da attività lavorativa. Le obbligazioni alimentari e assistenziali rappresentano piuttosto una rete di protezione temporanea, che svolge la sua funzione nella fase di attesa occupazione, e può anche giustificare il prolungamento di quest'ultima. A un certo punto, però, deve essere tracciato un confine temporale, superato il quale è possibile mantenere il titolo di soggiorno solo dando dimostrazione del reinserimento lavorativo e dell'avvenuta produzione di reddito da lavoro. Nello specifico, il periodo di tolleranza è ampiamente scaduto, tenendo conto che gli ultimi redditi utili ai fini previdenziali risalgono al 2011
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 21 settembre 2016 pubblicata il 3 ottobre 2016 n. 829: il permesso per attesa occupazione presuppone che colui che perde il lavoro si iscriva al Centro per l'Impiego dando la disponibilità ad svolgere il lavoro che gli verrà proposto. Chi cessa un'attività di lavoro autonomo può chiedere di essere iscritto al Centro per l'impiego, ma non può essere la Questura ad assumere iniziative di questo tipo, né tanto meno può concedere il permesso senza che vi sia stata una previa iscrizione
  • TAR Lombardia sentenza del 22 settembre pubblicata il 27 settembre 2016 n. 1259: la Questura ha respinto la domanda di rilascio del visto d'ingresso sul territorio italiano per motivi di giustizia, proposta al fine di poter presenziare di persona all'udienza in camera di consiglio fissata per trattare il procedimento pendente nei confronti del ricorrente avanti il Tribunale di Sorveglianza. Detto diniego, ai sensi dell'art. 17 TUI è illegittimo, perché nell'espressione "procedimento penale", per evidenti ragioni di garanzia, dato che la difesa per l'art. 24 Cost. è garantita "in ogni stato e grado", deve intendersi anche il procedimento di sorveglianza, in cui, per inciso, nella specie si va a decidere se l'interessato debba o no essere messo in carcere, e quindi una questione di rilievo non certo minimo
  • TAR Piemonte Sentenza del 14 settembre pubblicata il 27 settembre 2016 n. 1176: la circostanza che il ricorrente lavori come coadiuvante senza salario, nell'ambito dell'impresa familiare non comporta che si possa prescindere dall'esame del requisito reddituale, a fronte di una domanda di permesso di soggiorno per lavoro autonomo. Il richiedente non ha neppure dimostrato la disponibilità di altri mezzi di sussistenza, limitandosi nel ricorso a dichiarare che viene mantenuto dalla ditta del padre, che per "motivi meramente fiscali lo ha inquadrato come collaboratore familiare". Emerge quindi un'ulteriore contraddizione, perché se il ricorrente fosse collaboratore familiare, avrebbe comunque diritto alla ripartizione degli utili di impresa e quindi avrebbe dovuto dichiarare il reddito
  • TAR Veneto Sentenza dell'8 settembre pubblicata il 19 settembre 2016 n. 1041: la circostanza che il ricorrente, rimasto privo di redditi e di una regolare occupazione per oltre tre anni (dall'ottobre 2012 al febbraio 2016), abbia riferito, in sede di osservazioni al preavviso di rigetto, di aver reperito un nuovo lavoro, in qualità di collaboratore domestico, in data 4 febbraio 2016, successivamente alla scadenza del termine massimo di attesa occupazione, non appare idonea ad invalidare il diniego di rilascio del titolo di soggiorno. Una diversa interpretazione, che attribuisse rilevanza decisiva a situazioni reddituali di incerta stabilità verificatesi in epoca successiva alla scadenza del permesso, finirebbe, infatti, per vanificare la previsione di un periodo massimo di attesa occupazione, rendendolo praticamente sine die, e per favorire pratiche elusive dell'obbligo di fruire di leciti e trasparenti mezzi di sussistenza durante il soggiorno in Italia
  • TAR Veneto Sentenza dell'8 settembre pubblicata il 12 settembre 2016 n. 1031: l'irrogazione della sola misura cautelare degli arresti domiciliari (a prescindere dalla circostanza che tale misura cautelare è stata revocata nel giugno 2016, successivamente all'adozione del gravato provvedimento), pur riguardante la possibile commissione del fatto-reato di sfruttamento della prostituzione, non può di per sé sola, in mancanza di ulteriori riscontri probatori in ordine alla vita familiare e professionale della ricorrente ed al suo inserimento sociale, ed in mancanza di precedenti penali o di ulteriori misure cautelari, costituire di per sé motivo sufficiente per affermare che la sig.ra ** sia socialmente pericolosa e rientrante all'interno di una delle categorie di persone dedite alla commissione di traffici delittuosi, o che vivano con i proventi di attività delittuose ai sensi dell'art. 1 L.n.1423/1956 (ora art. 1 D.Lgs n.159/2011), richiamato dall'art. 13, comma 2, lett c) D.Lgs n.286/98, articolo quest'ultimo cui la Questura di Venezia ha fatto erroneamente riferimento per giustificare il rigetto del rinnovo del permesso di soggiorno nei confronti dell'odierna ricorrente
  • TAR Marche Sentenza del 6 maggio pubblicata il 7 settembre 2016 n. 502: l'amministrazione ha l'obbligo giuridico di provvedere sulle istanze di permesso di soggiorno, anche qualora le stesse si appalesino non accoglibili. E' illegittima la mancata conclusione del procedimento con la formalizzazione di un provvedimento di diniego o di accoglimento dell'istanza, non vertendosi in fattispecie di tipizzazione legale di silenzio significativo
  • TAR Lombardia Sentenza del 31 agosto pubblicata il 6 settembre 2016 n. 1170: l'art. 5 comma 4 richiamato individua come competente il Questore della Provincia in cui lo straniero dimora al momento della presentazione della domanda di rinnovo, sicché sono del tutto irrilevanti eventuali variazioni della residenza o del domicilio intervenute nel corso dell'iter procedimentale; e in ogni caso, l'eventuale irregolarità della domanda (per scorretta individuazione dell'ufficio territorialmente competente) non può assumere la portata di un vizio ostativo al rilascio/rinnovo del titolo di soggiorno 
  • TAR Lombardia Sentenza dell'8 giugno pubblicata il 26 agosto 2016 n. 1148: non sembra corretto utilizzare contro i titolari di un permesso di soggiorno per motivi di studio l'argomento della mancanza di inserimento sociale. La giovane età di questi soggetti e il fine per cui risiedono in Italia non consentono di esigere un livello di integrazione paragonabile a quello dei lavoratori subordinati o autonomi. L'impegno richiesto dal permesso di soggiorno per motivi di studio è riferibile esclusivamente alla rapida conclusione del percorso di studi. Inoltre, in materia di stupefacenti la fattispecie di lieve entità non può più essere assimilata al reato base, né per quanto riguarda i titoli di soggiorno (v. C.Cost. 6 luglio 2012 n. 172) né in generale per le ricadute sanzionatorie in ambito amministrativo (v. TAR Brescia Sez. I 10 dicembre 2014 n. 1364) 
 

Sentenze 2015

  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 26 novembre - 17 dicembre 2015 n. 1135: la condanna di un cittadino extracomunitario per truffa continuata in concorso, ai sensi del combinato disposto dell'art. 4 comma 3, e dell'art. 5 comma 4, D.Lgs. 286/1998, costituisce elemento automaticamente ostativo alla permanenza del cittadino straniero sul territorio nazionale. Pertanto non residua alcun potere discrezionale in capo all'amministrazione, sicché non è neanche configurabile il denunciato vizio di eccesso di potere per ingiustizia manifesta  
  • Consiglio di Stato Sentenza del 22 ottobre - 14 dicembre 2015 n. 5672: il fatto della sopravvenuta riabilitazione dell'interessato - anche se opera con effetto estintivo delle conseguenze penali della condanna, ma non anche sugli gli effetti amministrativi in presenza di disposizioni che prendano in considerazione il reato come fatto storico in sé - esprime un giudizio di buona condotta dell'interessato, sia per tutto il periodo di osservazione, sia in via prognostica per il futuro, e concorre, quindi, ad attenuare l'automatismo impeditivo del rinnovo del permesso di soggiorno in presenza di reato per il quale l'art. 380 c.p.p. prevede l'arresto obbligatorio in flagranza
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 19 novembre - 7 dicembre 2015 n. 1091: nel valutare l'insufficienza reddituale lo sguardo sul passato serve laddove possa corroborare un giudizio negativo circa l'esistenza attuale di mezzi sussistenti per il mantenimento. Ma se si è verificata un'insufficienza negli anni precedenti a quelli di valutazione della richiesta, ma esiste una prospettiva valida per il futuro è quella che va considerata ai fini delle determinazioni in merito alla concessone di un permesso di soggiorno
  • TAR Veneto Sentenza del 22 ottobre - 7 dicembre 2015 n. 1299: per giurisprudenza costante la mancata comunicazione del cambiamento di domicilio non costituisce causa legittimante il diniego di rinnovo, essendo richiesto il requisito della residenza solo per il rilascio del permesso per soggiornanti di lungo periodo 
  • TAR Lombardia Sentenza del 14 ottobre - 7 dicembre 2015 n. 1672: quando l'amministrazione ha avuto modo di prendere in esame più volte, e in un arco temporale molto ampio, la posizione del cittadino extracomunitario, risultano prevalenti le informazioni relative alla situazione aggiornata. Queste ultime, infatti, danno la misura dell'integrazione raggiunta medio tempore, e correlativamente evidenziano se vi sia ancora un reale interesse pubblico ad adottare un provvedimento preordinato all'espulsione. È quindi necessaria una valutazione in concreto. Nel caso del ricorrente, un ulteriore ostacolo all'applicazione automatica del diniego del titolo di soggiorno è rappresentato dalla circostanza che è ormai decorso il periodo massimo di inibizione al reingresso a partire dalla data di espulsione (cinque anni in base all'art. 13 comma 14 del Dlgs. 286/1998). La Questura è quindi tenuta a esaminare la situazione attuale del ricorrente (v. anche il principio codificato nell'art. 21-nonies della legge 7 agosto 1990 n. 241), accertando la condotta mantenuta durante il soggiorno in Italia e il grado di inserimento sociale e lavorativo raggiunto
  • Consiglio di Stato Sentenza del 26 novembre - 1° dicembre 2015 n. 5434: l'interessato non aveva in corso alcun contratto di lavoro nel momento in cui ha chiesto (in ritardo) il rinnovo del permesso di soggiorno, ma poco tempo dopo (e precisamente prima che la Questura avesse adottato alcun provvedimento su quella istanza) ha segnalato all'Amministrazione di avere stipulato un nuovo contratto di lavoro. Nondimeno l'Amministrazione ha negato il permesso di soggiorno senza tener conto di quell'elemento sopravvenuto
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 29 ottobre - 17 novembre 2015 n. 300: anche laddove il ricorrente avesse sbagliato nel non comunicare tempestivamente alla Questura il cambio di residenza, il non averlo rintracciato non può divenire un motivo sufficiente per negare il rinnovo del permesso quando sussistono tutti gli altri requisiti per concederlo
  • Consiglio di Stato Sentenza del 22 ottobre - 17 novembre 2015 n. 5248: il T.A.R. ha respinto il ricorso dell'odierna appellante, **, per la motivazione che il permesso originario, di cui questa ha chiesto il rinnovo, è stato rilasciato in base ad un contratto di lavoro risultato non esistente, negando che la possibilità, offerta dall'art. 5, comma 5, del d. lgs. 286/1998, di valutare, in sede di rilascio o di rinnovo del permesso, il sopraggiungere di nuovi elementi possa spingersi sino al punto di consentire di sanare la propria posizione anche a chi si sia introdotto fraudolentemente sul territorio nazionale, simulando, appunto, l'esistenza di un rapporto di lavoro mai esistito
  • TAR Lombardia Sentenza del 1° settembre - 11 novembre 2015 n. 1500: una volta conseguito il permesso di soggiorno, la posizione del cittadino extracomunitario è svincolata dalla procedura di emersione, e deve essere valutata tenendo conto dei fatti sopravvenuti, i quali possono avere effetto sanante ex art. 5 comma 5 del Dlgs. 25 luglio 1998 n. 286; ne consegue che la Questura è tenuta a esaminare la situazione attuale del ricorrente (v. art. 21-nonies della legge 7 agosto 1990 n. 241), accertando la condotta mantenuta durante il soggiorno in Italia e il grado di inserimento sociale e lavorativo raggiunto
  • TAR Lombardia Sentenza del 28 ottobre - 10 novembre 2015 n. 1490: a nulla rileva il fatto che l'iscrizione sia avvenuta in un ateneo diverso, in quanto non appare ravvisabile una ratio che consenta la possibilità di trasferimento ad altra università dopo il primo anno, ma non l'iscrizione presso un'altra università italiana. Né l'accoglimento del ricorso può trovare ostacolo nell'incontestata circostanza per cui il ricorrente ha omesso di chiedere l'autorizzazione dell'Università di Bergamo - presso la quale, peraltro, non risultava ancora nemmeno iscritto - a trasferirsi presso l'Università di Torino: ad essa non può che essere attribuita la natura di una mera violazione amministrativa, inidonea a precludere la possibilità per lo studente straniero di continuare nel proprio processo di formazione in Italia, ricorrendone tutti gli altri presupposti
  • TAR Liguria Sentenza del 15 - 16 ottobre 2015 n. 795: l'art. 17 d.lgs. 286/98 stabilisce che: "Lo straniero parte offesa ovvero sottoposto a procedimento penale è autorizzato a rientrare in Italia per il tempo strettamente necessario per l'esercizio del diritto di difesa, al solo fine di partecipare al giudizio o al compimento di atti per i quali è necessaria la sua presenza. L'autorizzazione è rilasciata dal questore anche per il tramite di una rappresentanza diplomatica o consolare su documentata richiesta della parte offesa o dell'imputato o del difensore"; e tale norma contempla esclusivamente la possibilità di reingresso per l'esercizio del diritto di difesa nel processo penale onde l'inapplicabilità della stessa ad altre ipotesi di contenzioso. Tale disposizione limitativa non appare in contrasto con gli articoli della Costituzione invocati (24 e 32), in quanto le particolari modalità di atteggiarsi del processo penale e dell'esercizio del diritto di difesa in quella sede giustificano il regime speciale di cui all'art. 17 d.lgs. 286/98 e rendono ragionevole la non estensione della previsione ad altre tipologie di processo
  • TAR Veneto Sentenza del 7 - 15 ottobre 2015 n. 1045: la doglianza de quo si rivela fondata perché, in effetti, parte ricorrente dimostra, se non altro con la esibizione di un passaporto rilasciato in data 4 dicembre 2007, che, quanto meno a quella data, non si trovava più in Italia, mentre l'amministrazione, dal canto suo, non fornisce prova alcuna del fatto che il decreto di espulsione non fosse stato ottemperato anteriormente alla data del 13.10.2009
  • TAR Veneto Sentenza del 9 settembre - 9 ottobre 2015 n. 1023: con la presente si conferma l'orientamento consolidato secondo il quale "in materia di possesso di mezzi di sussistenza il criterio prognostico legato a fatti sopravvenuti (comunque da documentare all'autorità amministrativa competente anteriormente all'adozione del provvedimento) può assumere carattere integrativo solo nell'ipotesi in cui nel periodo di validità del permesso scaduto emergano comunque significative attività lavorative, in quanto una diversa interpretazione che attribuisse rilevanza decisiva a situazioni reddituali di incerta stabilità verificatesi nell'ultima fase pre-rinnovo oppure in quella immediatamente successiva alla scadenza del permesso, non appare idonea a scongiurare pratiche elusive dell'obbligo di fruire di leciti e trasparenti mezzi di sussistenza durante il soggiorno in Italia" (TAR per l'Emilia Romagna, sentenza dei 14 novembre 2013 - 8 gennaio 2014 n. 43)
  • TAR Marche sentenza del 2 luglio - 8 ottobre 2015 n. 688: secondo il Consiglio di Stato, laddove l'interessato abbia la possibilità di dimostrare lo svolgimento di attività lavorativa lecita e/o la presenza di legami familiari in Italia, il permesso di soggiorno per motivi di giustizia è convertibile in altro titolo (fra cui anche nel permesso di soggiorno per motivi umanitari o in quello per lavoro subordinato)
  • TAR Veneto Sentenza del 15 luglio - 7 ottobre 2015 n. 1004: "il ricorso è infondato, posto che spettava al ricorrente indicare l'avvenuta percezione di redditi legittimi, una volta che all'amministrazione consti il venir meno del rapporto di lavoro che ha legittimato il rilascio del titolo di soggiorno, laddove la numerosità degli episodi sanzionatori rivela come l'attività di commercio vietato sia diventata l'occupazione del ricorrente, il quale peraltro non ha neppure dimostrato di avere nelle more instaurato un diverso rapporto di lavoro"
  • Consiglio di Stato Sentenza del 2 luglio - 2 ottobre 2015 n. 4618: in linea di principio non è errata la tesi che il mancato versamento dei contributi non sia, di per sé, una prova piena e ultimativa della inesistenza (o fittizietà) del rapporto di lavoro. Ma non si può negare che in una qualche misura valga come indizio, da valutare nel complessivo contesto fattuale. Nel caso in esame, però, l'interessato, ricorrendo in primo grado, pur deducendo, come già detto, che il mancato versamento dei contributi non è prova sufficiente, non ha fornito alcun elemento utile a conferire credibilità alla tesi dell'effettiva sussistenza del rapporto lavorativo. Ad esempio nulla ha detto riguardo all'attività esercitata dai suoi dichiarati datori di lavoro (i titolari delle due ditte individuali aventi, come detto sopra, la sede allo stesso indirizzo, verosimilmente la loro abitazione), alle mansioni che egli avrebbe svolto alle loro dipendenze, al luogo dove egli avrebbe reso le sue prestazioni, alle retribuzioni percepite, e via dicendo
  • TAR Toscana Sentenza del 3 - 23 settembre 2015 n. 1264: la legge non prevede che la mancata comunicazione del cambiamento di residenza da parte dello straniero extracomunitario possa comportare, sic et simpliciter il diniego di rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno, tenuto anche conto di quanto stabilito dall'art. 5, co. 5, dello stesso decreto in ordine alla sopravvenienza di nuovi elementi che ne consentono il rilascio ove si tratti di irregolarità amministrative sanabili
  • TAR Trentino Alto Adige Sentenza del 17 - 21 settembre 2015 n. 366: tra le ipotesi di conversione - o di diverso utilizzo - dei permessi di soggiorno non è inclusa quella da attesa occupazione a motivi di studio mentre lo è, a precise condizioni (art. 14 cit., VI comma, e art. 6, I comma, l. 286/1998), quella da motivi di studio a lavoro, evidentemente non reversibile
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 17 - 21 settembre 2015 n. 235: nel caso di specie non è invocabile la norma di cui all'art. 22, comma 11, del D. Lgs. n. 286/1998 che consente, previa iscrizione al Centro per l'impiego di ottenere un permesso di soggiorno per attesa occupazione poiché il ricorrente, ancorché iscrittosi il giorno stesso della notifica del preavviso di diniego ex art. 10 bis della L. n. 241/1990, non ha mai perso il lavoro non avendo mai instaurato alcun valido rapporto lavorativo sul territorio nazionale
  • TAR Veneto Sentenza del 9 - 16 settembre 2015 n. 990: il diniego è motivato in considerazione del fatto che il ricorrente avrebbe presentato una richiesta di rinnovo con un ritardo di trentuno mesi rispetto alla scadenza del titolo precedente, ottenuto sempre per attesa occupazione e che, nel contempo, il titolo dì soggiorno richiesto in data 20/11/2013 non poteva essere rinnovato per la medesima motivazione, in quanto non risultava presentata la documentazione relativa ai sostegno al reddito percepito (art. 37 comma 6 del D.P.R. 394/99)
  • TAR Lombardia Sentenza dell'1 - 8 settembre 2015 n. 1159: in termini di principio il processo amministrativo, in virtù della norma speciale dell'art. 5 comma 5 T.U. di cui s'è detto, sarebbe un processo sul rapporto, che quindi dovrebbe accertare in via diretta la spettanza del bene della vita e, sempre in via logica, dovrebbe ciò fare sin quando materialmente possibile. In tali termini, quindi, l'amministrazione dovrebbe tener conto di ogni sopravvenienza, e lo stesso dovrebbe fare il Giudice nel giudizio di impugnazione del relativo diniego, sin quando ciò sia possibile, ovvero sin quando non scatti la preclusione ad introdurre nel processo nuovi elementi istruttori, rappresentati, all'evidenza dai documenti - contratto di lavoro, buste paga, e simili- dai quali le sopravvenienze risultino
  • TAR Lazio Sentenza del 21 luglio - 1° settembre 2015 n. 10995: né il disvalore penale né il carattere negativamente sintomatico dell'illecito ai fini della legislazione in tema di immigrazione vengono meno per il fatto che trattasi di un'ipotesi di delitto tentato e non consumato, o per l'avvenuta concessione della sospensione condizionale della pena
  • TAR Lombardia Sentenza del 4 giugno - 31 agosto 2015 n. 1137: nell'esame delle domande di rinnovo dei titoli di soggiorno, i periodi caratterizzati da assenza di attività lavorativa, o da lavoro irregolare, non sono episodi trascurabili, perché i cittadini extracomunitari sono tenuti a dare allo Stato ospitante adeguate rassicurazioni circa la disponibilità di mezzi di sostentamento da fonte lecita. Dunque la conservazione del titolo di soggiorno non è compatibile con l'eccessivo protrarsi di forme estreme di precarietà: su questo punto la tesi dell'amministrazione è certamente condivisibile
  • TAR Lombardia Sentenza del 4 giugno - 31 agosto 2015 n. 1135: si deve ritenere che la situazione valutabile ai fini della prosecuzione del soggiorno in Italia non si cristallizzi al momento della presentazione della domanda di rinnovo del titolo, e neppure al momento della decisione amministrativa, o al momento della notifica del provvedimento di diniego. In realtà, finché è possibile per il cittadino extracomunitario mettere in atto un comportamento virtuoso, che dimostri uno sviluppo nel percorso di inserimento sociale e lavorativo, questo nuovo elemento deve essere preso in considerazione dalle autorità nazionali, sia in ambito amministrativo sia in sede giurisdizionale
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 30 luglio - 26 agosto 2015 n. 776: la Questura al momento in cui ha valutato la situazione del ricorrente non ha potuto riscontrare l'esistenza del versamento di sufficienti contributi previdenziali poiché il ravvedimento del primo datore di lavoro è avvenuto successivamente ed anche per ciò che attiene al versamento dei contributi da parte della cooperativa, l'inserimento nella banca dati dell'INPS sconta sempre qualche ritardo. La Prefettura, però, al momento della valutazione del ricorso gerarchico aveva tutti gli elementi per considerare che la realtà della condizione lavorativa del *** era idonea a consentirgli di permanere nel territorio nazionale; trattandosi di una valutazione che addirittura consente una valutazione di vizi di merito del provvedimento impugnato, ed in considerazione che siamo dinanzi ad un rimedio giustiziale e non giurisdizionale, ben potevano essere considerate le prove sopravvenute dell'esistenza attuale di un regolare rapporto di lavoro. Inoltre la valutazione della esistenza dei requisiti reddituali deve avere ad oggetto la situazione attuale in prospettiva futura, perché, quanto al passato, l'extracomunitario di fatto è riuscito a mantenersi in un modo lecito laddove non abbia commesso reati. La preoccupazione dell'amministrazione deve essere quella di non consentire la permanenza in Italia a coloro che non hanno redditi sufficienti per garantire un autonomo mantenimento, non a colpire situazione passate di difficoltà lavorativa ormai trascorse
  • TAR Liguria Sentenza del 20 - 21 agosto 2015 n. 726: il ritardo nella presentazione della richiesta del permesso di soggiorno non rientra fra le ipotesi specificamente previste come ostative al conseguimento del rinnovo del permesso medesimo (Cass., VI, ord. 10.9.2012, n. 15129; T.A.R. Veneto, III, 28.9.2011, n. 1450) ma, nondimeno, il ritardo nella presentazione dell'istanza di rinnovo non esime lo straniero, una volta decorso il periodo di un anno di attesa occupazione, dal fornire la prova del requisito reddituale di cui all'art. 29 comma 3 D. Lgs. n. 286/1998 (reddito minimo annuo derivante da fonti lecite non inferiore all'importo annuo dell'assegno sociale), specificamente richiamato dall'art. 22 comma 11 del medesimo D. Lgs.
  • TAR Liguria Sentenza del 20 - 21 agosto 2015 n. 725: la sentenza di condanna in questione (furto continuato aggravato dalla violenza sulle cose) rientra pienamente nel caso previsto dall'art. 380 comma 2 lett. e) c.p.p., sicché essa è ostativa al rilascio e/o al rinnovo del titolo di soggiorno, secondo una valutazione di pericolosità sociale che rimonta direttamente al legislatore, e non richiede pertanto alcuna specifica motivazione da parte del Questore
  • TAR Lombardia Sentenza del 15 luglio - 21 agosto 2015 n. 1116: il ricorrente, vistosi denegare il rinnovo del permesso di soggiorno per una condanna in primo grado sicuramente ostativa, lo impugna deducendo di esser stato in seguito assolto con formula piena nel grado superiore di giudizio 
  • TAR Lombardia Sentenza del 15 luglio - 21 agosto 2015 n. 1113: il parametro della pensione sociale appare non esattamente pertinente al caso di un lavoratore attivo, e si può ragionevolmente ritenere utilizzato perché l'Italia, com'è noto, è uno dei pochi Paesi europei che non conoscono l'istituto del salario minimo. Di conseguenza, l'interpretazione delle norme che lo richiamano deve essere restrittiva, preferibile essendo ritenere che una retribuzione conforme ad un contratto di lavoro vigente sia tale da garantire la autosufficienza economica, così come, per assunto implicito, la garantisce ai lavoratori nazionali di pari livello e qualifica
 

Sentenze 2014

  • TAR Piemonte Sentenza dell'11 - 22 dicembre 2014 n. 2083: è da escludersi che sia configurabile, rispetto al permesso di soggiorno per attesa occupazione, un potere discrezionale di proroga oltre il termine ricavabile dall'art. 37, comma 6, del D.P.R. 31 agosto 1999, n. 394
  • TAR Lombardia Sentenza dell'11 - 16 dicembre 2014 n. 3044: l'amministrazione ha omesso di formulare una prognosi concreta ed attuale di reiterazione criminale, ritenendo del tutto vincolato il potere di rifiuto, ma si tratta di un'impostazione non coerente con il quadro normativo vigente, letto alla luce dei principi enucleati con la citata decisione della Corte Costituzionale. In definitiva, il collegio ritiene che, pur in presenza di una condanna per un reato inerente gli stupefacenti ma in costanza della concessione da parte del giudice penale della circostanza attenuante di cui all'art. 73, comma 5, del d.P.R. n. 309/90 in considerazione della lieve entità del reato ascritto all'imputato, l'amministrazione fosse tenuta ad effettuare una valutazione in concreto circa la pericolosità sociale dello straniero
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 19 novembre - 9 dicembre 2014 n. 1197: "l'anno di attesa occupazione, secondo l'orientamento giurisprudenziale di questo Tribunale, decorre dal momento della perdita del posto di lavoro ( nella specie novembre 2011) e non da quello d'iscrizione presso il centro per l'impiego (nella specie il 30.3.2012), poiché in quest'ultimo caso l'individuazione della decorrenza del periodo sarebbe affidata alla volontà del richiedente e quindi ad un semplice atto d'iniziativa del privato"
  • TAR Lombardia Sentenza del 29 ottobre - 5 dicembre 2014 n. 2957: non sussiste la giurisdizione del giudice amministrativo ogni qual volta il diniego del permesso di soggiorno per cure mediche incida sul nucleo essenziale del diritto alla salute, perché vengono in considerazione esigenze terapeutiche indifferibili, ossia consistenti in interventi di assoluta urgenza, o in cure essenziali per la salvaguardia della salute dello straniero, ivi comprese le ipotesi in cui le cure necessarie non possano essere ottenute in forma adeguata alla particolarità del caso clinico, perché la prestazione richiede specifiche professionalità, ovvero procedure tecniche o curative non praticate, ovvero attrezzature non presenti nelle strutture del paese di provenienza
  • TAR Friuli Venezia Giulia Sentenza del 3 - 4 dicembre 2014 n. 612: il permesso di soggiorno per attesa occupazione non è uno strumento concepito per eludere le disposizioni che dettano i requisiti richiesti per ottenere il titolo di soggiorno o il suo rinnovo, ma assolve unicamente alla funzione di consentire allo straniero extracomunitario, che perda il posto di lavoro per licenziamento o dimissioni, di fruire, mediante l'iscrizione nelle liste di collocamento, di un ragionevole lasso di tempo per reperire una nuova occupazione
  • TAR Lombardia Sentenza del 20 novembre - 3 dicembre 2014 n. 1327: le valutazioni operate dal Tribunale di sorveglianza e che hanno condotto alla revoca dell'ordine di espulsione di cui alla sentenza che ha condannato il ricorrente, non possono automaticamente incidere sul giudizio della competente autorità amministrativa ai fini del rilascio del permesso di soggiorno
  • TAR Lombardia Sentenza del 20 novembre - 3 dicembre 2014 n. 1324: il permesso di soggiorno per attesa occupazione può essere richiesto solo da un soggetto titolare di un valido permesso di soggiorno per motivi di lavoro o per altro titolo, suscettibile di conversione e, dunque, consenta l'iscrizione nelle liste di collocamento. Nel caso di specie, non avendo mai richiesto alcun titolo legittimante il soggiorno sin dal 2000, la ricorrente risulta non avere "alcun titolo che la autorizzi a soggiornare sul territorio italiano", come evidenziato nell'impugnato provvedimento
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 27 - 28 novembre 2014 n. 1187: non soccorre nel caso di specie  la disposizione di cui all'art. 5, comma 5, del d.lgs. n. 286 del 1998, in quanto i "nuovi elementi" che consentono il rilascio del titolo di soggiorno devono comunque intervenire prima della pronuncia dell'Amministrazione che provvede sull'istanza dello straniero, mentre nella fattispecie la documentazione asseritamente utile risulta depositata dopo il diniego questorile del 16 novembre 2013 e ad Amministrazione (Prefettura di Modena) che in sede di ricorso gerarchico aveva il solo compito di vagliare la legittimità di quel diniego, alla luce degli elementi di fatto all'epoca acquisiti al procedimento
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 27 - 28 novembre 2014 n. 1185: appare fondata la doglianza con cui si deduce il difetto di motivazione, per non avere l'Amministrazione chiarito a mezzo di quali reali accertamenti essa avesse appurato che il rapporto di lavoro con la ditta "****" era fittizio e che "...è risultato che, in concreto, l'attività lavorativa non è stata svolta ...", tanto più che l'interessato ha esibito in giudizio un «estratto conto previdenziale» che riferisce dei contributi regolarmente versati in suo favore e che la Questura di Modena non ha verificato l'effettiva entità del reddito prodotto dallo straniero nell'ultimo periodo utile 
  • TAR Lombardia Sentenza del 26 - 27 novembre 2014 n. 2856: l'automatico diniego di rinnovo del permesso di soggiorno a fronte di reati cc.dd. "ostativi" non può essere applicato a fattispecie intervenute anteriormente all'entrata in vigore delle norme che hanno attribuito il carattere di ostatività al reato in questione, essendo tale principio insito nel più generale principio dell'irretroattività della legge penale, della certezza delle conseguenze dei comportamenti individuali, che verrebbe vulnerato dalla sopravvenuta rilevanza negativa automatica di una condotta che, all'epoca della sua commissione, non determinava ex se l'impossibilità di conseguire il rinnovo del permesso di soggiorno, anche se costituiva elemento concorrente di valutazione dell'opportunità di concederlo
  • TAR Calabria Sentenza del 21 - 28 novembre 2037: é legittimo il diniego del rinnovo del titolo di soggiorno, laddove l'istante si sia reso responsabile dei reati di resistenza, oltraggio a pubblico ufficiale e lesioni personali, riportando una condanna penale divenuta irrevocabile, apparendo la condotta tenuta oggettivamente incompatibile con le finalità di integrazione sociale poste a fondamento della legislazione vigente in materia di immigrazione
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 13 - 27 novembre 2014 n. 1164: l'impossibilità di verificare la sussistenza delle condizioni per procedere al rinnovo del permesso di soggiorno è stata causata da un disguido accaduto per la particolarità della vicenda, avendo ritenuto la ricorrente che l'obbligo di comunicare la variazione del domicilio riguardasse solo il cambio di indirizzo e non di un interno. Una volta che l'amministrazione era stata informata di tutti i presupposti per concedere il permesso di soggiorno, ritenuto scusabile l'errore della mancata comunicazione della variazione di domicilio, avrebbe potuto procedere in autotutela all'annullamento del provvedimento impugnato
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 20 - 21 novembre 2014 n. 439: ai sensi dell'art. 43, comma 1, del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445, nel testo sostituito dall'articolo 15, comma 1, lett. c), della L. 12 novembre 2011, n. 183, "Le amministrazioni pubbliche e i gestori di pubblici servizi sono tenuti ad acquisire d'ufficio le informazioni oggetto delle dichiarazioni sostitutive di cui agli articoli 46 e 47, nonchè tutti i dati e i documenti che siano in possesso delle pubbliche amministrazioni, previa indicazione, da parte dell'interessato, degli elementi indispensabili per il reperimento delle informazioni o dei dati richiesti, ovvero ad accettare la dichiarazione sostitutiva prodotta dall'interessato"; e il suddetto principio deve ritenersi applicabile anche al caso di specie in cui l'amministrazione ha rilevato la sola mancanza del certificato di residenza, ben acquisibile d'ufficio, pur essendo in possesso degli ulteriori documenti richiesti per la valutazione dell'istanza di rinnovo del permesso di soggiorno
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 6 - 21 novembre 2014 n. 433: si condivide l'orientamento secondo il quale "qualora il rapporto di lavoro in base al quale si chiede il titolo di soggiorno risulti essere fittizio, non v'è possibilità di ottenere il titolo [nemmeno, ndr] in seguito all'instaurazione successiva di altro rapporto di lavoro (v. l'art. 5, comma 5, del D.L.vo n. 286/1998 secondo cui «il permesso di soggiorno o il suo rinnovo sono rifiutati e, se il permesso di soggiorno è stato rilasciato, esso è revocato, quando mancano o vengono a mancare i requisiti richiesti per l'ingresso ed il soggiorno nel territorio dello Stato, . . .», nonché l'art. 4, comma 2, del D.L.vo n. 286/1998 che impone il diniego del permesso di soggiorno nel caso in cui vengano prodotti documenti non veritieri)"
  • TAR Sicilia Sentenza del 24 ottobre - 11 novembre 2014 n. 2784: dall'esame della normativa non emerge che la mancata comunicazione del cambiamento di residenza, diversamente da quanto sembra ritenere l'Amministrazione intimata, possa comportare sic et simpliciter il diniego del rilascio o del rinnovo del permesso di soggiorno. Appare evidente che un cittadino extracomunitario regolarmente soggiornante, in quanto, come nel caso di specie, munito di permesso di soggiorno, sia semplicemente onerato ad effettuare le iscrizioni e le variazioni anagrafiche alla stessa stregua dei cittadini italiani
  • TAR Trentino Alto Adige Sentenza del 23 ottobre - 7 novembre 2014 n. 397: "l'art. 18 del D.lgs. n. 286/1998, nel regolare il soggiorno per motivi di protezione sociale, rinvia ad una diffusa molteplicità e varietà di fattispecie penali fra loro diverse, accomunate tuttavia, in primis, da accertate situazioni di violenza o di grave sfruttamento dello straniero, anche in ambito lavorativo (Circ. Min. Interno 4.8.2007)"
  • TAR Sardegna Sentenza del 29 ottobre - 6 novembre 2014 n. 897: il giudizio espresso dalla Questura, oltre che ancorato sul solo reato ritenuto di per sé ostativo, trova concreta smentita nel dato di fatto che il ricorrente soggiorna da tempo sul territorio nazionale, lavora regolarmente, ha commesso unicamente il reato cui si è prima fatto riferimento, dopo la condanna è stato ammesso all'affidamento in prova ai servizi sociali e, da allora, presta (ormai da anni) regolare attività lavorativa, senza che risultino successive condotte oggettivamente sintomatiche di pericolosità sociale
  • TAR Lombardia Sentenza del 22 ottobre - 5 novembre 2014 n. 1172: "il permesso di soggiorno per cure mediche, infatti, può essere convertito in permesso di soggiorno per lavoro subordinato, a ciò non ostando l'art. 5, comma 9, del d.lgs. n. 286/1998, il quale non pone alcun divieto alla conversione di un titolo in un altro, purché sussistano i requisiti per il rilascio del titolo richiesto (in tal senso T.A.R. Toscana, Sez. II, 29 agosto 2011, n. 1339)"
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 9 - 30 ottobre 2014 n. 1032: il diniego del permesso di soggiorno era stato motivato sulla base della precedente revoca del permesso per motivi umanitari senza valutare la circostanza che, in presenza dello svolgimento di una regolare attività lavorativa, vi era la sussistenza dei mezzi di sostentamento che andava valutata quanto meno come elemento sopravvenuto
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 9 - 30 ottobre 2014 n. 1026: la vigente normativa non consente la "conversione" del permesso di soggiorno per motivi religiosi in permesso di soggiorno per lavoro subordinato
  • TAR Toscana Sentenza del 9 - 28 ottobre 2014 n. 1645: la qualificazione di omessa dichiarazione (laddove presentata oltre novanta giorni), prevista dalla normativa fiscale per gli effetti sanzionatori che ne conseguono, non esplica gli stessi effetti nell'ambito della disciplina che regola l'ingresso dei cittadini stranieri in Italia la quale, per quanto rileva nella fattispecie, è retta dall'art. 4 comma 3 del D.lgs. 286/98
  • TAR Piemonte Sentenza del 9 - 24 ottobre 2014 n. 1597: i reati addebitabili al ricorrente e menzionati nel provvedimento (un tentato furto e una resistenza a pubblico ufficiale) non sono di per sé ostativi al rilascio del permesso di soggiorno, tali essendo solo i reati per i quali è obbligatorio l'arresto in flagranza; né il furto semplice né la resistenza a pubblico ufficiale rientrano nelle previsioni dell'art. 380 co. 1 e 2 c.p.p., evocato erroneamente nel provvedimento impugnato
  • TAR Friuli Venezia Giulia Sentenza del 22 - 23 ottobre 2014 n. 508: il permesso di soggiorno per attesa occupazione non è uno strumento concepito per eludere le disposizioni che dettano i requisiti richiesti per ottenere il titolo di soggiorno o il suo rinnovo, ma assolve unicamente alla funzione di consentire allo straniero extracomunitario, che perda il posto di lavoro per licenziamento o dimissioni, di fruire, mediante l'iscrizione nelle liste di collocamento, di un ragionevole lasso di tempo per reperire una nuova occupazione
  • TAR Puglia Sentenza del 12 giugno - 16 ottobre 2014 n. 2549: la P.a. competente non può respingere, come è accaduto nella specie, l'istanza diretta al rinnovo del permesso di soggiorno di un cittadino extracomunitario sulla base di fatti e circostanze che furono ritenuti ininfluenti in occasione di un precedente provvedimento permissivo, in assenza di fatti nuovi in grado di comprovare la pericolosità del ricorrente e, per tal via, il concreto venir meno dei requisiti che lo legittimano a trattenersi su suolo nazionale
  • Consiglio di Stato Sentenza del 9 - 14 ottobre 2014 n. 5125: "da parte dell'Amministrazione non è stato mai enunciato - neppure nelle difese giudiziali - altro motivo del diniego del permesso di soggiorno, che l'asserita irreperibilità dello straniero nel corso del relativo procedimento; irreperibilità peraltro non dichiarata con atti formali e almeno in via di fatto contrastante con la circostanza che l'interessato si è presentato personalmente negli uffici della Questura dove gli è stato notificato il decreto di rigetto"
  • TAR Liguria Sentenza del 23 luglio - 14 ottobre 2014 n. 1430: "deve escludersi che lo straniero potesse aver maturato un legittimo affidamento per effetto del rilascio del permesso di soggiorno in quanto, come si evince dal rapporto informativo della Questura, egli aveva conseguito la regolarizzazione in modo sostanzialmente fraudolento, essendo già stato condannato per un reato in materia di stupefacenti e successivamente espulso dal territorio dello Stato, sempre sotto false generalità"
  • TAR Toscana Sentenza  del 25 settembre - 13 ottobre 2014 n. 1526:  la revoca del titolo di soggiorno a seguito di avviso orale del Questore per l'affermazione secondo cui il ricorrente sarebbe un soggetto "proclive a delinquere" non trova adeguato supporto, tenuto conto che a carico del predetto non figurano pregiudizi penali che valgano a confermare l'assunto dell'Amministrazione (e anche questo profilo è oggetto di specifica censura)
  • TAR Piemonte Sentenza del 17 settembre - 9 ottobre 2014 n. 1516: va ritenuto che ai fini del rilascio del permesso di soggiorno ad uno straniero, condannato per un reato riguardante gli stupefacenti, sia assolutamente irrilevante l'intervenuta estinzione della pena a seguito del positivo espletamento del periodo di messa in prova presso i servizi sociali, dal momento che tale evento sopravvenuto, incidendo esclusivamente sulla pena irrogata, non comporta alcuna conseguenza sugli accadimenti storico-giuridici della commissione del reato e dell'intervenuta pronuncia di condanna, lasciando pertanto inalterata la condizione ostativa all'ingresso e alla permanenza dello straniero sul territorio italiano prevista dall'art. 4 comma 3 D. Lgs. n. 286/98
  • TAR Lazio Sentenza del 7 luglio - 6 ottobre 2014 n. 10214: nelle more della conclusione della procedura di emersione la situazione soggettiva del lavoratore straniero non è diversa o più titolata di quello in stato di clandestinità - fermo restando la sospensione dei procedimenti penali ed amministrativi a suo carico - in quanto la mera presentazione dell'istanza di emersione non vale di per sé ad eliminare lo situazione di clandestinità di cui si chiede la sanatoria e non pone, sotto il profilo del diritto amministrativo dell'immigrazione, i lavoratori "da regolarizzare" in una posizione diversa, e più titolata, di una mera aspettativa al rilascio di un favorevole provvedimento
  • Consiglio di Stato Sentenza del 28 agosto - 26 settembre 2014 n. 4846: pur a fronte dell'erronea indicazione della data di emissione della sentenza, il ricorrente era stato messo in condizione di comprendere pienamente la ragione alla base del rifiuto di rinnovo del permesso di soggiorno da parte dell'amministrazione e quindi era nella piena condizione di difendersi, sia in sede amministrativa che giurisdizionale
  • TAR Emilia Romagna Sentenza dell'8 maggio - 17 settembre 2014 n. 862: in mancanza di condanne assolutamente ostative al rilascio/rinnovo del permesso, negato invece sulla base di una discrezionale valutazione complessiva della condotta, appare palesemente destituita di fondamento la convinzione che la partecipazione procedimentale dell'interessato "non potrebbe comunque produrre un provvedimento differente dal presente" e la correlata dispensa dalla "comunicazione circa l'esistenza di motivi ostativi"
  • Consiglio di Stato Sentenza del 5 giugno - 11 settembre 2014 n. 4633: nonostante il successivo annullamento della sentenza di condanna per incompetenza territoriale della Procura della Repubblica, che ha promosso l'azione penale, il provvedimento è adeguatamente motivato con riferimento alla condanna presupposto di pericolosità sociale in ragione del carattere ostativo del reato e dell'intervenuta condanna nonché della assenza di elementi valutabili ai fini dell'applicazione delle disposizioni dell'art. 5, comma 5, secondo periodo, del d.lgs. n. 286/1998
  • TAR Lombardia Sentenza del 10 luglio - 9 settembre 2014 n. 2321: la perdita sopravvenuta del posto di lavoro non può di per sé giustificare il diniego di rinnovo del permesso di soggiorno, dovendo l'amministrazione valutare la complessiva situazione della richiedente, tenendo conto, tanto della sua condizione lavorativa pregressa (attinta non soltanto dalla consultazione delle banche dati INPS ma da tutti gli elementi forniti dall'istante, sia in sede amministrativa che in questa sede), quanto della situazione personale della straniera, con particolare riguardo all'apporto ricavabile, in termini di mezzi di sussistenza, dalla relazione affettiva allegata e documentata da parte della stessa ricorrente
  • Consiglio di Stato Sentenza dell'8 maggio - 10 settembre 2014 n. 4613: il rientro dello straniero espulso prima del termine richiede una speciale autorizzazione del Ministro dell'Interno, nella fattispecie mancante, che non può ritenersi surrogata dal rilascio di specifico visto al rientro da parte della competente rappresentanza diplomatica, procedura basata su accertamenti di ben diverso oggetto e portata, resi per di più artificiosamente possibili solo dalla diversa identità con la quale lo straniero chiedeva l'ingresso sul territorio nazionale
  • TAR Liguria Sentenza del 26 giugno - 29 agosto 2014 n. 1321: il ricorrente precisa che non sarebbe stata sua intenzione fornire false generalità alle autorità italiane, poiché il suo cognome, negli stessi documenti redatti in lingua araba, viene scritto indifferentemente nelle due forme *** e ***), e la giurisprudenza amministrativa ha precisato che l'esistenza di un decreto di espulsione sotto altro nominativo, per condizione di clandestinità, non può costituire condizione da sola atta a sorreggere la motivazione di un diniego, ove manchino accertamenti più approfonditi sulla compatibilità dell'espulsione con le ragioni sopravvenute che hanno comportato, a suo tempo, il rilascio del titolo successivo all'ingresso e del primo rinnovo
  • TAR Lombardia Sentenza del 10 luglio - 26 agosto 2014 n. 2252: le particolari finalità pubbliche connesse all'istituto di protezione cui è collegato il rilascio del permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale ex art. 18 d.lgs. n. 286/98 non consentono allo straniero, il quale abbia accettato il relativo programma, di stabilirne e deciderne i tempi e le modalità di svolgimento e completamento, donde l'unilaterale abbandono del progetto di protezione non può che determinare la perdita dei benefici connessi all'ammissione al progetto stesso
  • TAR Marche Sentenza del 24 luglio - 20 agosto 2014 n. 778: anche tenendo conto del fatto che nelle procedure relative al rilascio/rinnovo dei titoli di soggiorno in favore di cittadini extracomunitari si possono verificare disguidi del tipo di quello occorso al ricorrente (e questo perché esiste nel nostro ordinamento una variegata tipologia di permessi di soggiorno, alcuni dei quali peraltro convertibili), era onere della Questura approfondire in contraddittorio con la ricorrente il contenuto dell'istanza ed eventualmente "girarla" al competente Sportello Unico per l'Immigrazione per gli adempimenti inerenti la conversione, senza che la stessa incorresse in decadenze a causa dell'errore
  • TAR Lombardia Sentenza del 10 luglio - 12 agosto 2014 n. 2200: il primo periodo dell'art. 46 c. 4 del Regolamento Attuazione TUI, laddove prevede che "i visti e i permessi di soggiorno per motivi di studio sono rinnovati agli studenti che nel primo anno di corso abbiano superato una verifica di profitto e negli anni successivi almeno due verifiche," deve essere inteso nel senso che la nozione di anno di corso non è riferita all'anno solare, bensì alla diversa articolazione dei cicli di studio aventi periodicità annuale 
  • TAR Veneto Sentenza dell'1 - 6 agosto 2014 n. 1164: "il ricorrente dimostra che, ove l'Amministrazione avesse acquisito il suo apporto procedimentale, avrebbe potuto far presente la sussistenza di ragioni di forza maggiore che, determinando l'allontanamento temporaneo dal luogo di residenza (quali il ritorno alla residenza dei genitori a Bari e la partecipazione alle esequie di un parente in Albania), hanno impedito il tempestivo adempimento della richiesta di integrazione documentale, e avrebbe potuto allegare l'esistenza di documentazione comprovante l'avvio di attività lavorativa come lavoratore dipendente a seguito della cessazione della pregressa attività di lavoro autonomo, nonché la circostanza che lo stesso è giunto in Italia a seguito di ricongiungimento familiare"
  • TAR Puglia Sentenza del 16 luglio - 4 agosto 2014 n. 992: la semplice tardività della domanda di rinnovo del permesso di soggiorno non costituisce di per sé sufficiente ragione di rigetto
  • Consiglio di Stato Sentenza del 29 maggio - 1° agosto 2014 n. 4116: "anche volendo considerare negativamente il periodo precedente trascorso senza il conseguimento di un reddito adeguato, l'avvio di una nuova attività lavorativa avrebbe dovuto essere considerata dalla Questura quale "sopraggiunto nuovo elemento" ai sensi dell'art. 5, comma 5, del d.lgs. 286/1998 (disposizione di cui, in sostanza, l'appellante lamenta la non applicazione)"
  • Consiglio di Stato Sentenza del 17 luglio  - 1° agosto 2014 n. 4087: stante l' ampio riferimento dell' art. 4 della legge n. 189/2002 ai "reati inerenti agli stupefacenti", rientra nell'area precettiva della anzidetta disposizione anche l'ipotesi di reato prefigurata dall'art. 73, comma quinto, della legge n. 309/1990, per la quale è prevista una riduzione di pena e l'arresto facoltativo in flagranza ai sensi dell'art. 381 cod. pen.
  • TAR Puglia Sentenza del 6 maggio - 1° agosto 2014 n. 2086: il rinnovo di un titolo di soggiorno è legittimamente negato, tra le altre ipotesi considerate dalla norma, solo in presenza di circostanze tali da non consentire una sanatoria di irregolarità amministrative, contrariamente a quanto realmente verificatosi nel caso in esame: la temporanea perdita del passaporto da parte della ricorrente, tempestivamente denunciata alle autorità di pubblica sicurezza riconduce la fattispecie concreta proprio entro il paradigma sopra descritto e rende, pertanto, illegittimo il decreto che le ha negato il rinnovo del permesso di soggiorno in una situazione di sanabilità di irregolarità amministrative
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 19 giugno - 30 luglio 2014 n. 798: nel caso della mera irregolarità (priva di carattere invalidante) dell'inerzia dello straniero convocato per sottoporsi ai rilievi fotodattiloscopici e non tempestivamente avvedutosi di tale segnalazione, grava sull'Amministrazione - in un'ottica di leale collaborazione con il privato - l'onere di reiterare le convocazioni dello straniero, e solo da un esito negativo ripetuto di tali tentativi e frutto di un'adeguata istruttoria può scaturire un'eventuale archiviazione della pratica per mancata cooperazione dell'interessato
  • TAR Lombardia Sentenza del 10 - 24 luglio 2014 n. 2035: pur al cospetto di una probabile iniziale irregolarità del rapporto di lavoro instaurato dal ricorrente, è stata prodotta documentazione idonea a dimostrare l'instaurazione da parte dello stesso di una idonea attività commerciale sin dall'anno 2008, e pertanto risulta illegittimo l'annullamento del permesso di soggiorno dell'istante
  • TAR Veneto Sentenza del 17 - 22 luglio 2014 n. 1054: la documentazione depositata in giudizio dall'amministrazione conferma che la stessa ha erroneamente valutato i fatti ossia la non reperibilità del ricorrente
  • TAR Lombardia Sentenza del 3 - 16 luglio 2014 n. 820: "questo Tribunale ha ritenuto di poter valorizzare il fatto che il legislatore ha stabilito soltanto la durata minima del permesso per attesa occupazione, mentre, per individuare la durata massima, bisognerebbe, nel rispetto delle indicazioni provenienti anche da fonte comunitaria, tenere conto sia delle difficoltà generali del mercato del lavoro, sia dell'atteggiamento del cittadino straniero, eventualmente anche superando possibili infrazioni rese necessarie proprio dalle suddette difficoltà"
  • TAR Liguria Sentenza del 28 maggio - 10 luglio 2014 n. 1118: la valutazione inerente alla sufficienza del reddito percepito dallo straniero può essere compiuta solo al momento della presentazione della dichiarazione dei redditi che includa un anno di attività, non potendosi certo pretendere che la nuova impresa o il nuovo lavoro autonomo producano, fin dal momento dell'avvio, utili pari a quelli delle attività già consolidatesi sul mercato. Nel caso in esame, si trattava di attività avviata da meno di un anno e l'utile documentato al momento della richiesta di rinnovo risentiva inevitabilmente delle difficoltà di avvio e delle spese iniziali.L'Amministrazione, quindi, non poteva limitarsi a considerare il mero dato economico, siccome non parametrato al periodo minimo annuale che lo rende significativo, ma avrebbe dovuto valutare, alla luce dell'effettivo inserimento dello straniero nel mondo del lavoro, se lo stesso si fosse reso meritevole di un rinnovo idoneo a consentirgli, perlomeno, il completamento dell'anno di attività
  • TAR Liguria Sentenza del 28 maggio - 10 luglio 2014 n. 1117: illegittimo il provvedimento impugnato, con cui è stata respinta l'istanza di rinnovo del permesso di soggiorno in quanto, seppure per pochissimi giorni, non era ancora trascorso l'intero periodo di tempo che la legge concede allo straniero per il reperimento di una nuova attività lavorativa
  • TAR Lazio Sentenza del 22 maggio - 3 luglio 2014 n. 512: nel sistema dell'articolo 4 d.lg. 25 luglio 1998, n. 286 la semplice denuncia, anche per reati gravi (come indubbiamente accade nella fattispecie) non giustifica di per sé solo il diniego di permesso di soggiorno; idem dicasi per l'esistenza della misura di prevenzione dell'avviso orale che anch'essa di per sé sola non integra la "minaccia per l'ordine pubblico o la sicurezza dello Stato" che giustifica in base all'articolo citato il diniego
  • TAR Sicilia Sentenza del 15 maggio - 1° luglio 2014 n. 1922: l'esistenza di un decreto di espulsione per condizione di clandestinità sotto altro nominativo non può costituire condizione da sola atta a sorreggere la motivazione di un diniego di rilascio di permesso di soggiorno, ove manchino accertamenti più approfonditi circa l'origine di tale alias se cioè esso sia il risultato della volontà del dichiarante di fornire false generalità e non piuttosto un errore materiale di trascrizione dei dati correttamente riferiti, oppure manchino accertamenti più approfonditi sulla compatibilità dell'espulsione con le ragioni sopravvenute che hanno comportato, a suo tempo, il rilascio del titolo successivo all'ingresso
  • TAR Veneto Sentenza del 16 aprile - 1° luglio 2014 n. 952: è illegittimo il diniego di rinnovo del permesso di soggiorno che fa riferimento solo al ritardo di presentazione della domanda senza tener conto delle circostanze che lo hanno determinato, sicché appare fondata la censura con la quale il ricorrente lamenta l'illegittima omissione del preavviso di diniego, posto che in sede di osservazioni avrebbe potuto addurre ragionevoli considerazioni sulle quali l'amministrazione avrebbe dovuto replicare
  • TAR Veneto Sentenza del 25 giugno - 1° luglio 2014 n. 943: la mancata comunicazione di variazione anagrafica non è di per se causa automatica di diniego di rinnovo di permesso di soggiorno
  • TAR Puglia Sentenza del 12 - 30 giugno 2014 n. 1669: dall'esame dell'articolo 6, comma 8, del D.Lgs 26 luglio 1998 n. 286, non si rileva un automatico potere di espulsione dello straniero che non abbia comunicato tempestivamente il trasferimento dal luogo di dimora dichiarato all'atto del conseguimento del permesso di soggiorno, trattandosi di infrazione non grave
  • TAR Lombardia Sentenza dell'11 - 24 giugno 2014 n. 673: Regolarizzazione 2012 - i centri di accoglienza di ispirazione religiosa (quali le Caritas diocesane o la Fondazione Casa della carità di Milano) possiedano i requisiti per rientrare "di diritto" nella nozione di organismo pubblico, così come delineata e chiarita nella nota 4.10.2012 prot. 382122 dell'Avvocatura generale dello Stato: invero, detta nota include espressamente "i centri di accoglienza e/o di ricovero, anche religiosi" nell'elencazione esemplificativa fornita a illustrazione del termine "organismi pubblici"
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 19 - 20 giugno 2014 N. 660: appare fondata, ed assorbente delle altre questioni, la circostanza che l'Amministrazione abbia illegittimamente basato le proprie conclusioni sul solo protrarsi del tempo e sul ritorno della comunicazione al mittente con la dicitura "destinatario sconosciuto", laddove sarebbe stato necessario reiterare le convocazioni dello straniero - previa istruttoria volta ad una verifica del permanere o meno di quel domicilio -, solo da un esito negativo ripetuto di tali tentativi e frutto di un'adeguata istruttoria potendosi far scaturire un'eventuale archiviazione della pratica per mancata collaborazione dell'interessato
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 5 - 20 giugno 2014 n. 652: il preavviso di rigetto ex art. 10 bis della legge 241/90 avrebbe consentito alla ricorrente di argomentare ed alla Questura di valutare, in contraddittorio con la stessa, sulla utilità del reddito prodotto in Francia, sulla estraneità o meno della ricorrente al falso, e sulle altre circostanze
  • TAR Campania Sentenza del 4 - 19 giugno 2014 n. 3422: scaduto il periodo di ‘attesa occupazione' si applicano gli ordinari requisiti reddituali per il tipo di permesso di soggiorno richiesto e, in particolare per quanto riguarda il lavoro autonomo, il limite di cui all'art. 26 co. 3 del d.lgs. 286/1998 («il lavoratore non appartenente all'Unione europea deve comunque dimostrare di disporre di idonea sistemazione alloggiativa e di un reddito annuo, proveniente da fonti lecite, di importo superiore al livello minimo previsto dalla legge per l'esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria») che, a norma di quanto indicato dall'art. 8 co. 16 della L. 24-12-1993 n. 537, è di euro 8.263,31
 

Sentenze 2013

 

  • TAR Sicilia Sentenza del 20 - 31 dicembre 2013 n. 2627: "la mera irreperibilità - in mancanza di prova della falsità delle attestazioni relative alla propria sistemazione alloggiativa - non può giustificare ex se il diniego del rilascio del permesso di soggiorno, non essendovi alcun obbligo a restare costantemente presso la propria abitazione"
  • TAR Piemonte Sentenza del 21 novembre - 28 dicembre 2013 n. 1377: "all'atto di chiedere il rinnovo del permesso di soggiorno il **  ha prodotto copia di un passaporto con validità sino al 2015, e la validità di tale passaporto - la cui autenticità non è posta in discussione - non può ritenersi, in mancanza di prova contraria, essere venuta meno automaticamente per effetto della entrata in vigore in Albania di una legislazione che prevede il rilascio di passaporti biometrici"
  • TAR Piemonte Sentenza del 7 novembre - 28 dicembre 2013 n. 1373: Regolarizzazione 2012 - "anche a voler considerare la suddetta "Money Trans s.r.l." un "organismo pubblico", non potrebbe sottacersi che la ricevuta in questione non reca la firma autografa del funzionario che avrebbe identificato il ricorrente e ricevuto i danari da trasferire, di guisa che appare verosimile che detta ricevuta costituisca la semplice stampa di una transazione online, che potrebbe essere stata effettuata da qualsiasi parte del mondo e da qualsiasi persona che disponesse dei dati del passaporto del ricorrente"
  • TAR Veneto Sentenza del 16 - 24 dicembre 2013 n. 1435: la previsione contenuta nel decreto-legge numero 76 del 2013 secondo cui, in caso di incolpevole impossibilità di regolarizzare la domanda di emersione, al lavoratore deve essere rilasciato un permesso per attesa occupazione, si applica a quelle situazioni disciplinate dal decreto legislativo numero 109 del 2012, e non alla procedura di emersione regolata dalla legge 102 del 2009, quale è quella nel caso di specie, che non prevedeva il rilascio di tale tipo di permesso
  • TAR Lombardia Sentenza del 19 - 20 dicembre 2013 n. 1162: "la fattispecie si caratterizza per una segnalazione scaduta il 22/3/2013 (cfr. produzione documentale 17/12/2013 di parte ricorrente), e dunque in data antecedente all'emissione del decreto impugnato -  al riguardo la breve nota depositata dalla Sig.ra ** il 7/6/2013  in risposta al preavviso di rigetto racchiudeva detta puntualizzazione sul pregresso venir meno dell'efficacia della segnalazione, ma tale circostanza - di indubbia rilevanza - non risultava presa in esame in sede di emissione dell'atto finale sfavorevole"
  • TAR Toscana Sentenza del 21 novembre - 20 dicembre 2013 n. 1735: "anche la valutazione del reddito relativa agli anni 2011 e 2012 non è certo immune da vizi di legittimità; la valutazione relativa all'anno 2011, non considera, infatti, il fatto che il ricorrente era all'epoca minorenne e titolare di un permesso di soggiorno per affidamento familiare (e non per ragioni di lavoro); la valutazione relativa all'anno 2012 non considera poi adeguatamente il fatto che, per una parte rilevante dell'anno, il ricorrente abbia usufruito di un permesso di soggiorno per attesa occupazione"
  • TAR Lombardia Sentenza del 31 ottobre - 20 dicembre 2013 n. 2909: "il certificato medico prodotto in atti non è idoneo a giustificare la prolungata assenza della straniera dal territorio nazionale, desumendosi dal citato documento, in maniera peraltro generica, che la straniera è affetta da sindrome ansioso depressiva di origine psico-affettiva, senza alcun riferimento alla circostanza che la patologia abbia impedito alla ricorrente di rientrare nel territorio nazionale"
  • TAR Sicilia Sentenza del 21 novembre - 19 dicembre 2013 n. 3034: "va anche tenuto conto della circolare ministeriale n. 300/C/2003/1851/P/12.222.11/1^ Div. del 9 settembre 2003, indicata in ricorso, indirizzata ai Questori della Repubblica, a tenore della quale ogni determinazione inerente il rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno per stranieri non può fondarsi unicamente sulle eventuali condanne per i reati indicati nell'art. 4, co. 4, ma deve anche prendere in esame la condotta complessiva del richiedente, il suo livello di inserimento sociale, e la sua condizione familiare nel nostro paese, in una prospettiva necessariamente rivolta alle esigenze di prevenzione e di sicurezza pubblica rimesse all'autorità amministrativa"
  • TAR Lombardia Sentenza del 5 - 18 dicembre 2013 n. 1147: illegittima l'adozione del provvedimento della Questura senza aver adeguatamente garantito la partecipazione al procedimento da parte della straniera, richiedente il rinnovo
  • TAR Sicilia Sentenza del 4 - 18 dicembre 2013 n. 2485: "il provvedimento impugnato sfugge alla prospettata censura di violazione di legge (art. 6, comma 8, del D.L.vo n. 286/1994 ) e di eccesso di potere (per carenza di istruttoria e travisamento dei fatti), atteso appunto la fittizietà e quindi l'irreperibilità del ricorrente all'indirizzo dichiarato"
  • TAR Lombardia Sentenza del 28 novembre - 18 dicembre 2013 n. 2862: il diniego impugnato ha ritenuto che la sentenza penale di condanna a carico del ricorrente fosse di per sé preclusiva alla sua permanenza sul territorio nazionale, senza invece motivare, come invece avrebbe dovuto, in ordine alle ragioni che rendevano sussistente una situazione di pericolosità sociale, malgrado il consolidato inserimento sociale dello straniero, quale denotato dalla documentazione in atti
  • TAR Campania Sentenza del 20 novembre - 18 dicembre 2013 n. 5815:  "la ritardata definizione della procedura di emersione e la successiva cessazione del rapporto di lavoro che si intendeva regolarizzare, in data 01.10.2009 ha posto parte ricorrente nell'impossibilità di assumere, in maniera formalmente lecita, un nuovo impiego senza poter, nel contempo, richiedere il permesso di soggiorno per attesa occupazione che, per il periodo di validità, come si è visto (cfr. art. 22 co. 11 T.U. Imm.), consente di derogare ai limiti reddituali di cui all'art. 29 co. 3 lett. b)"
  • TAR Toscana Sentenza del  5 - 16 dicembre 2013 n. 1724: sia la comunicazione di cui all'articolo 10 bis ex lege n. 241/1990, sia il definitivo provvedimento di rigetto dell'istanza di ammissione al lavoro irregolare presentata dal ricorrente risultano motivate con il solo riferimento ad un imprecisato parere non favorevole espresso dalla Questura per il seguente motivo: "emersi elementi che connotano pericolosità sociale"
  • TAR Lazio Sentenza del 17 ottobre - 16 dicembre 2013 n. 10882: "il rinnovo del permesso di soggiorno non può essere negato sulla base di una pregressa e risalente condanna se questa è antecedente al rilascio del titolo di soggiorno o del suo rinnovo e non è stata considerata in quella sede ostativa, valorizzando in questi casi l'affidamento del ricorrente. Nel caso di specie, la condanna in questione era divenuta irrevocabile in data 16.10.2006 mentre successivamente, nel 2008, al ricorrente era stato rilasciato il titolo di soggiorno"
  • TAR Lazio Sentenza del 17 ottobre - 16 dicembre 2013 n. 10880: "nelle more della conclusione della procedura di emersione la situazione soggettiva del lavoratore straniero non è diversa o più titolata di quello in stato di clandestinità - fermo restando la predetta sospensione dei procedimenti penali ed amministrativi a suo carico - in quanto, come detto, la mera presentazione dell'istanza di emersione non vale di per sé ad eliminare lo situazione di clandestinità di cui si chiede la sanatoria e non pone, sotto il profilo del diritto amministrativo dell'immigrazione, i lavoratori "da regolarizzare" in una posizione diversa, e più titolata, di una mera aspettativa al rilascio di un favorevole provvedimento che consentirà di sanare la propria posizione e quindi acquisire la legittimazione al permesso di soggiorno"
  • TAR Friuli Venezia Giulia Sentenza del 4 - 12 dicembre 2013 n. 654: "il permesso di soggiorno per attesa occupazione non è uno strumento concepito per eludere le disposizioni che dettano i requisiti richiesti per ottenere il titolo di soggiorno o il suo rinnovo, ma assolve unicamente alla funzione di consentire allo straniero extracomunitario, che perda il posto di lavoro per licenziamento o dimissioni, di fruire, mediante l'iscrizione nelle liste di collocamento, di un ragionevole lasso di tempo per reperire una nuova occupazione"
  • TAR Campania Sentenza del 20 novembre - 12 dicembre n. 5701: l'automatico diniego di rinnovo del permesso di soggiorno a fronte di reati cc.dd. "ostativi" non può essere applicato a condanne intervenute prima dell'entrata in vigore delle norme che hanno attribuito il carattere di ostatività al reato in questione
  • TAR Lazio Sentenza del 17 ottobre - 10 dicembre 2013 n. 10676: "il rifiuto del rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno, previsto dalle disposizioni in oggetto, non costituisce sanzione penale, sicché il legislatore ben può stabilirlo per fatti che, sotto il profilo penale, hanno una diversa gravità, valutandolo misura idonea alla realizzazione dell'interesse pubblico alla sicurezza e tranquillità, anche se ai fini penali i fatti stessi hanno ricevuto una diversa valutazione. Sotto questo aspetto neppure può essere considerata manifestamente irragionevole la scelta legislativa di non aver dato rilievo alla sussistenza delle condizioni per la concessione del beneficio della sospensione della pena, a differenza di quanto avviene per l'espulsione dal territorio nazionale come misura di sicurezza. Invero, il fatto che la prognosi favorevole in merito all'astensione del condannato, nel tempo stabilito dalla legge, dalla commissione di ulteriori reati sia condotta, ai fini della non esecuzione della pena, con criteri diversi da quelli che presiedono al giudizio di indesiderabilità dello straniero nel territorio italiano, non può considerarsi, di per sé, in contrasto con il principio di razionalità-equità, attesa la non coincidenza delle due suddette valutazioni"
  • TAR Lazio Sentenza del 3 ottobre - 10 dicembre 2013 n. 10668: "la giurisprudenza amministrativa, in particolare del Consiglio di Stato, ha infatti in più occasioni dato rilevanza, unitamente alla riabilitazione, al fatto che fra la condanna penale considerata ostativa e il diniego del rilascio o del rinnovo vi sia stato un non breve intervallo di tempo, caratterizzato da una positiva condotta dell'interessato. In tal caso, ha osservato tale giurisprudenza, viene meno l'automatismo della preclusione derivante dall'intervenuta condanna, ma resta integro il potere dell'Amministrazione di negare comunque il titolo di soggiorno, sempreché il diniego sia sostenuto da una valutazione motivata della personalità dell'interessato, della sua pericolosità sociale, della gravità dei precedenti penali, in comparazione con i suoi interessi personali e familiari, e della situazione lavorativa"
  • TAR Sicilia Sentenza del 24 ottobre - 6 dicembre 2013 n. 2923: "affinché possa essere disposta la revoca non è necessario che la falsità degli atti sia dichiarata da una sentenza penale definitiva di condanna, potendo l'autorità amministrativa procedere ad una autonoma valutazione che, se condotta alla stregua di criteri di ragionevolezza e confortata da idonei elementi di riscontro, non è soggetta al sindacato di questo giudice, ma, va precisato, però, che a tale risultato è possibile giungere ove, dopo adeguata istruttoria, vi sia la certezza della insufficienza del reddito prodotto dallo straniero" 
  • TAR Campania Sentenza del 20 novembre - 5 dicembre n. 5577: "la semplice richiesta di un decreto penale di condanna non può considerarsi equivalente all'emissione del decreto stesso e quindi all'emissione di un accertamento in sede penale circa l'effettiva attribuzione al ricorrente dei reati menzionati"
  • TAR Campania Sentenza del 20 novembre - 4 dicembre n. 5512: "l'amministrazione intimata nulla avrebbe potuto riesaminare (il ricorrente, piuttosto, avrebbe dovuto presentare, ricorrendone i presupposti, una nuova istanza per l'ottenimento del permesso di soggiorno) e le ulteriori circostanze affermate dal ricorrente -relative all'asserita ripetuta presentazione del ricorrente presso gli uffici della questura per richiedere informazioni- oltre a risultare indimostrate, sono irrilevanti in ragione dell'avvenuto decorso del termine di validità del titolo di soggiorno in questione che, ad onta di quanto affermato, neppure è stato ritirato"
  • TAR Lombardia Sentenza del 21 novembre - 3 dicembre 2013 n. 2684: Regolarizzazione 2012 - "la durata massima del procedimento non è indicata dalle norme contenute nel suindicato art. 5 del d.lgs. n. 109/2012; sicché vale il termine generale di trenta giorni, decorrente dal momento di presentazione dell'istanza, di cui all'art. 2, comma 2, della legge 7 agosto 1990 n. 241"
  • TAR Lombardia Sentenza del 14 novembre - 3 dicembre 2013 n. 2663: la sussistenza di "gravi e comprovati motivi" permette che il permesso di soggiorno sia rinnovato, anche quando si è verificata un'interruzione del soggiorno in Italia per un periodo continuativo, come desumibile dal c. 6 dell'art. 9, D.P.R. 31.8.1999 n. 394
  • TAR Lombardia Sentenza del 14 novembre - 3 dicembre 2013 n. 2667: "in presenza di un principio di prova consistente nella documentazione che attestava la ricorrenza di -OMISSIS- che avevano costretto il ricorrente ad una lunga permanenza al di fuori del territorio nazionale, nonché di certificazione medica in lingua araba con relativa traduzione in italiano che attestava che lo straniero era stato continuamente -OMISSIS-, sussisteva certamente il dovere dell'amministrazione di supplire alle carenze documentali effettuando il supplemento istruttorio necessario"
  • TAR Lombardia Sentenza del 14 novembre - 2 dicembre 2013 n. 2646: il reato di favoreggiamento della prostituzione, commesso in data non è contro la libertà sessuale, né rientrante tra quelli di cui agli artt. 4 c. 3 e 5 c. 5 D.Lgs. n. 286/98, ostativi alla permanenza dello straniero sul territorio nazionale, nell'ambito dei quali è invece considerata la diversa fattispecie di "sfruttamento" della prostituzione
  • TAR Veneto Sentenza del 13 novembre - 2 dicembre 2013 n. 1354: "in mancanza di norma derogatrice che assegni al giudice amministrativo la cognizione della impugnazione dei respingimenti, deve trovare applicazione il criterio generale secondo cui la giurisdizione sulle controversie aventi ad oggetto diritti soggettivi, proprio in ragione della inesistenza di margini di ponderazione di interessi in gioco da parte della Amministrazione, spetta al giudice ordinario"
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 6 novembre - 2 dicembre 2013 n. 353: a prescindere dalla natura delle condanne riportate dal ricorrente, l'amministrazione non si è limitata a richiamarle quale elemento ostativo al rilascio del titolo ma ha, altresì, valutato la condotta del ricorrente, consistente nella reiterazione dei suddetti reati nell'arco di un triennio, come "chiaro indice di pericolosità sociale poiché in netto contrasto con le regole dell'ordinato vivere sociale" e come sintomo della volontà di non integrarsi nel paese che lo ospita
  • TAR Puglia Sentenza del 28 - 29 novembre 2013 n. 2406: "la tesi della fittizietà del rapporto di lavoro che ha formato oggetto della procedura di emersione appare non adeguatamente corroborata atteso che, a tal proposito, non può valere il generico richiamo ad una attività di verifica endoprocedimentale, così come appare insufficiente il rinvio ad una non meglio specificata attività investigativa posta in essere da agenti della Squadra Mobile"
  • TAR Lazio Sentenza del 7 - 27 novembre 2013 n. 910: il provvedimento gravato contiene anche una valutazione (seppur minima) della pericolosità sociale dell'interessato, lì dove evidenzia che il fatto ascritto allo straniero lascia presumere che lo stesso tragga mezzi di sostentamento da fonti di reddito illecite, il che è supportato dal carattere piuttosto recente del reato di furto aggravato (contrariamente a quanto sostenuto nel ricorso), risalendo la sua commissione al marzo del 2012. Pure sotto questo profilo, dunque, il provvedimento impugnato appare immune da censure, in quanto sufficientemente motivato
  • TAR Lazio Sentenza del 5 - 27 novembre 2013 n. 10146: "poiché rispetto al permesso di soggiorno per motivi di studio è ammessa la conversione sia in lavoro autonomo che subordinato, non c'è ragione di ritenere che una tale conversione non sia possibile rispetto al permesso di soggiorno rilasciato per motivi religiosi, per il quale vi è una evidente analogia di situazioni"
  • TAR Toscana Sentenza del 7 - 26 novembre n. 1620: in presenza di una causa di diniego del permesso di soggiorno per lavoro autonomo caratterizzata dal carattere vincolato nessuna validità può pertanto assumere il riferimento alla mancata comunicazione dei motivi ostativi all'accoglimento dell'istanza ex art. 10-bis l. 7 agosto 1990 n. 241 (che è scriminata dalla previsione dell'art. 21-octies, 2° comma, stessa legge, in considerazione della natura vincolata del potere) o alla natura di "patteggiamento" della sentenza penale (in completo accordo con la giurisprudenza assolutamente incontroversa, la giurisprudenza della Sezione ha, infatti, rilevato da tempo come l'automatismo di cui all'art. 26, comma 7-bis del d.lgs. 25 luglio 1998, n. 286 operi anche con riferimento alle sentenze di "patteggiamento")
  • TAR Toscana Sentenza del 7 - 26 novembre 2013 n. 1613: la Questura e la Prefettura hanno operato una valutazione della capacità reddituale del ricorrente tutta rivolta al passato (ovvero al reddito da lavoro autonomo derivante dalla partecipazione alla società "**" negli anni 2011 e 2012) e non comprendente la sostanziale innovazione del quadro ricostruttivo derivante dalla disponibilità (espressa con la proposta di assunzione dd. 8 maggio 2012) della medesima società ad assumere il ricorrente in qualità di lavoratore dipendente; con tutta evidenza, si trattava, quindi, di una sostanziale innovazione del rapporto lavorativo del ricorrente che doveva trovare autonoma considerazione, soprattutto con riferimento alle possibili modificazioni in positivo che tale modificazione poteva determinare su una capacità economica di mantenimento autonomo finora insufficiente a giustificare la permanenza in Italia del ricorrente
  • TAR Piemonte Sentenza del 7 - 22 novembre 2013 n. 1256: Regolarizzazione 2012 - il potere di controllo della questura circa l'effettività del rapporto di lavoro dichiarato dal datore di lavoro e l'eventuale sussistenza di motivi ostativi alla regolarizzazione è normativamente previsto dall'art. 1 comma 9 del D. Lgs. 16 luglio 2012, n. 109, ed è comunque implicito nel sistema delineato dalla normativa di regolarizzazione, nel contesto della quale la dichiarazione di emersione del datore di lavoro è soltanto una modalità di semplificazione del procedimento amministrativo, e non l'oggetto di un atto di fede da parte dell'Amministrazione, e come tale sottende il successivo espletamento di controlli da parte degli uffici competenti circa la veridicità di quanto in essa dichiarato
  • TAR Piemonte Sentenza del 24 ottobre - 22 novembre 2013 n. 1266: la Questura ha poi svolto controlli sull'ultimo datore di lavoro, che ha assunto il ricorrente come colf, giungendo a ritenere fittizio il rapporto di lavoro, in quanto il datore di lavoro non percepisce un reddito sufficiente a garantire la retribuzione del lavoratore
  • TAR Campania Sentenza del 23 ottobre - 22 novembre 2013 n. 5292: la asserita circostanza della fittizietà del rapporto di lavoro, come già osservato in sede cautelare, è smentita dalla produzione in atti dell'estratto contributivo INPS, dal quale si rileva l'esistenza del versamento dei contributi, da parte di un'unica datrice di lavoro e a favore della ricorrente, sia con riferimento al 2009 (anno a cui si riferisce l'istanza di regolarizzazione) sia con riferimento al 2010 (esplicitamente richiamato nel provvedimento gravato)
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 10 ottobre - 22 novembre 2013 n. 770: "le circostanze addotte in ricorso (assistenza economica asseritamente presentata dalla Chiesa "New Life Deliverence" ed asserita assunzione in data 11.4.2013 dalla ditta "*** s.p.a.") sono all'evidenza doppiamente irrilevanti [per il rinnovo del permesso] poiché mai comunicate all'Autorità procedente anteriormente all'adozione dell'atto impugnato al fine di consentire la verifica della loro effettiva sussistenza e comunque perché attestate la prima da un documento in copia semplice, privo di data, recante una sottoscrizione non autenticata nelle forme di legge, genericamente delineato e proveniente da soggetto non avente alcun obbligo giuridico di assistenza economica continuativa nei confronti della straniera; la seconda da documenti in copia semplice, recanti sottoscrizioni non autenticate nelle forme di legge"
  • TAR Campania Sentenza del 23 ottobre - 21 novembre 2013 n. 5229: "la fittizietà del rapporto di lavoro, assurta a principale presupposto del diniego, non è dimostrata adeguatamente in quanto l'amministrazione non ha fornito alcuna prova della propria asserzione che, invece, è stata smentita dai documenti prodotti da parte ricorrente; questa, infatti, ha dimostrato di aver pagato i contributi previdenziali negli anni 2009, 2010 e 2011 (in atti) e, per l'anno in corso e con riferimento al lavoro autonomo svolto attualmente, di aver conseguito un reddito superiore a quello richiesto dalla normativa di settore (pari alla metà dell'importo dell'assegno sociale - pari ad €. 5.749,90 nell'anno 2012- ossia alla somma di €. 2.870,00 circa)"
  • TAR Campania Sentenza del 5 - 21 novembre 2013 n. 5220: "nessuna delucidazione si è avuta in questa sede in ordine all'asserita "inesistenza" dell'originario rapporto di lavoro, ovvero in ordine alle concrete risultanze dell'accertamento effettuato, in particolare riferimento alla data della sua effettuazione ed alle (eventuali) dichiarazioni in tale sede rese"
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 24 ottobre - 21 novembre 2013 n. 756: Regolarizzazione 2012 - "la normativa di sanatoria in oggetto costituisce una deroga in via di eccezione alla normativa ordinaria a regime sull'ingresso e soggiorno dei cittadini extracomunitari nel territorio nazionale e pertanto essa è conseguentemente soggetta ad una interpretazione necessariamente restrittiva, per modo che l'espressione "organismo pubblico" (che designa l'ente da cui deve provenire il documento attestante la presenza dello straniero extracomunitario in Italia nel periodo temporale di riferimento) deve essere ragionevolmente intesa come riferita ad enti che non soltanto svolgono una funzione pubblica o di interesse pubblico, ma che abbiano anche natura giuridica di enti pubblici tale da assicurare la massima affidabilità probatoria della documentazione da essi rilasciata"
  • TAR Toscana Sentenza del 7 - 20 novembre 2013 n. 1581: il ricorrente impugnava il provvedimento con cui era stata respinta la sua richiesta di riesaminare il decreto di respingimento della Polizia di frontiera con la motivazione che, non essendosi mai recato in Questura per il ritiro del permesso di soggiorno che gli era stato rilasciato, lo stesso era stato archiviato e pertanto non vi era nessun provvedimento di diniego da riesaminare
  • TAR Toscana Sentenza del 7 - 20 novembre 2013 n. 1577: "dopo essere stata inserita in una struttura per il perseguimento del programma di protezione, la ricorrente trasferiva la residenza, all'insaputa dell'associazione che seguiva il suo percorso, e successivamente è stata rintracciata mentre era ancora dedita all'attività (prostituzione) che aveva costituito il presupposto del rilascio del titolo (permesso di soggiorno per motivi umanitari) che le aveva consentito di seguire il programma di protezione avviato"
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 7 - 20 novembre 2013 n. 749: "se è vero che il requisito del possesso di un reddito minimo idoneo al sostentamento dello straniero e del suo nucleo familiare costituisce un requisito soggettivo non eludibile ai fini del rilascio e del rinnovo del permesso di soggiorno, è altresì vero che, quando interviene una patologia che impedisce temporaneamente allo straniero di svolgere una qualsiasi attività lavorativa, lo stato di necessità legato a tale evenienza determina una sostanziale sospensione del termine entro il quale va maturato il requisito di legge e impone all'Amministrazione di vagliare la posizione dello straniero alla luce di tale eccezionale situazione, da comparare con le generali condizioni di vita dell'interessato e con la concreta possibilità che lo stesso riacquisti in tempi brevi la capacità di produrre reddito per il proprio sostentamento"
  • TAR Piemonte Sentenza del 24 ottobre - 20 novembre 2013 n. 1233: non è stato fornito alcun elemento di prova, anche indiziario, della sussistenza di gravi ragioni che possano averne impedito il rientro in Italia oltre il termine massimo di assenza consentito. La prolungata interruzione del soggiorno sul territorio italiano supera i limiti massimi consentiti e giustifica, in sé, il diniego di rinnovo del permesso di soggiorno, rendendo superflua ogni ulteriore valutazione sulla condizione personale e sociale dello straniero
  • TAR Puglia Sentenza del 30 ottobre - 19 novembre 2013 n. 2350: il permesso di soggiorno per motivi di giustizia viene a connotarsi come un provvedimento di natura eccezionale, emanabile solo in presenza di documentate esigenze che rendano necessaria, a fini di giustizia, la permanenza dello straniero in Italia; ed invero, tale titolo di soggiorno, proprio per la sua natura eccezionale e per la tipicità del fine perseguito, non potrebbe essere né convertito né rinnovato ad altro titolo
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 10 ottobre - 18 novembre 2013 n. 733: dalla ulteriore dichiarazione presentata dalla ricorrente in giudizio risulta l'iscrizione per l'anno accademico 2010-2011 al quinto anno fuori corso. Pertanto il tempo massimo di proroga consentito dalla norma risulta superato
  • TAR Veneto Sentenza del 14 - 18 novembre 2013 n. 1303: Regolarizzazione 2012 - il diniego di emersione impugnato era motivato solo con la pendenza di un procedimento penale - procedimento ora archiviato - vertente sulla data di inizio del rapporto di lavoro de quo e non anche su una valutazione autonoma dell'Amministrazione procedente
  • TAR Lazio Sentenza del 9 luglio - 18 novembre 2013 n. 9856: "l'attestazione di idoneità alloggiativa non rientra però tra le circostanze che devono essere attestate nella procedura di emersione. Essa, infatti, attiene unicamente alle obbligazioni assunte dal datore di lavoro con la stipula del contratto di soggiorno, dovendo egli fornire, a mente dell'art. 5 bis del d.lgs. 286/98, " la garanzia (..) della disponibilità di un alloggio per il lavoratore che rientri nei parametri minimi previsti dalla legge per gli alloggi di edilizia residenziale pubblica""
  • TAR Lazio Sentenza del 16 maggio - 15 novembre 2013 n. 9813: "la motivazione del diniego del rinnovo del permesso di soggiorno [..] non contiene neppure in termini sintetici, alcun elemento valutativo circa la condizione sociale e lavorativa del ricorrente e circa la durata del suo soggiorno nel territorio italiano, tutti profili rispetto ai quali non può reputarsi assorbente la consistenza del precedente penale, stante l'entità della pena complessivamente comminata per i reati commessi"
  • TAR Veneto Sentenza dell'11 luglio - 14 novembre 2013 n. 1288: "la domanda introdotta esattamente era definita "domanda di rinnovo del permesso di giustizia e contestuale istanza di rilascio di permesso di soggiorno ad altro titolo", affermandosi l'inserimento sociale, l'attività lavorativa svolta in forza del titolo temporaneo concesso, la presenza di familiari sul territorio nazionale", e si lamenta la violazione dell'articolo 10 bis della legge 7 agosto 1990, numero 241, per non essere stato il provvedimento impugnato da ultimo previamente oggetto di comunicazione dei motivi ostativi ai sensi della predetta disposizione
  • TAR Veneto Sentenza del 1° agosto - 14 novembre 2013 n. 1280: la presentazione della documentazione di un datore di lavoro che risulta inesistente o coinvolto in pratiche di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina non è di per sé indicativa di un coinvolgimento del lavoratore extracomunitario in tali pratiche. Per tali ragioni la circostanza di aver presentato documentazione relativa ad un falso datore di lavoro non è di per sé ostativa alla concessione di un rinnovo quando poi sia seguita dalla sottoscrizione di un nuovo contratto di soggiorno che attesta l'esistenza di una regolare attività lavorativa come nel caso di specie è stato documentato dal ricorrente attraverso la produzione del contratto e delle buste paga ricevute in diversi mesi
  • TAR Veneto Sentenza del 1° agosto - 14 novembre 2013 n. 1279: Regolarizzazione 2012 - "non e' dimostrata l'esatta corrispondenza tra i lavoratori presenti nella sede indicata nella domanda di emersione e quelli attualmente occupati nella nuova sede, sicché non può essere contestata la legittimità del provvedimento dell'amministrazione che in presenza di tale indeterminatezza considera inattendibile la domanda della ricorrente, e ciò indipendentemente dal fatto che non sia specificamente necessario indicare il luogo ove la prestazione lavorativa viene svolta"
  • TAR Marche Sentenza del 7 - 13 novembre 2013 n. 834: la fattispecie lieve di condanna per reati inerenti gli stupefacenti, di cui art. 73 c. 5 del DPR 309/1990, non può costituire automatico impedimento al rinnovo del titolo di soggiorno, imponendo all'Amministrazione una valutazione complessiva riguardo alla pericolosità del cittadino extracomunitario
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 10 ottobre - 12 novembre 2013 n. 705: i reati per i quali il lavoratore straniero odierno ricorrente è stato condannato rientrano - per durata della corrispondente pena detentiva base - tra quelli per i quali l'art. 381 c.p.p. prevede l'arresto facoltativo in flagranza, con la conseguenza che la Questura - alla luce della sopravvenuta insussistenza di alcun automatismo derivante dalla predetta condanna penale - deve in concreto valutare la complessiva situazione del soggetto straniero richiedente il primo permesso di soggiorno a seguito di sanatoria 
  • TAR Toscana Sentenza del 18 ottobre - 11 novembre 2013 n. 1548: l'effettiva sussistenza del rapporto di lavoro irregolare costituisce il presupposto di fatto del procedimento volto all'emersione per cui, fatti salvi ovviamente i riflessi penalistici e civilistici di un rapporto svolto in via fittizia, è del tutto legittimo che l'Amministrazione esegua controlli volti ad accertare che, nel periodo considerato dalla legge, l'interessato abbia svolto effettivamente attività lavorativa e che tale rapporto perduri al momento della regolarizzazione
  • TAR Toscana Sentenza del 18 ottobre - 11 novembre 2013 n. 1534: in presenza di una causa di esclusione del rilascio del permesso di soggiorno, nessuna rilevanza può poi assumere il riferimento alla prossima prescrizione dei reati (che esplica, ovviamente, effetti sul piano penale e non sul piano amministrativo) o al fatto che i reati in discorso siano stati commessi in un limitato periodo di tempo
  • TAR Marche Sentenza del 7 - novembre 2013 n. 815: Regolarizzazione 2012 - nel caso in esame il rigetto della domanda di emersione è dovuto a fatti ascrivibili unicamente al datore di lavoro, per cui il ricorrente, in qualità di lavoratore in nero ormai venuto allo scoperto, ha diritto, quantomeno, al rilascio di un permesso di soggiorno per attesa occupazione qualora non sussistano ulteriori elementi ostativi (diversi da quelli riguardanti esclusivamente il datore di lavoro) che le competenti amministrazioni dovranno accertare in sede di riapertura del procedimento
  • TAR Piemonte Sentenza del 24 ottobre - 8 novembre 2013 n. 1176: "il termine di un anno, previsto dall'art. 22 comma 11 del D. Lgs. 286/98 per il permesso di temporaneo soggiorno dell'extracomunitario in attesa di occupazione, va inteso come termine massimo, e non minimo, ossia discrezionalmente prorogabile"
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 12 settembre - 7 novembre n. 680: "una diversa interpretazione volta a ritenere valido un rapporto di lavoro privo di copertura previdenziale - e quindi sostanzialmente "in nero", per di più in assenza di elementi di prova in ordine all'effettivo pagamento della retribuzione (ad esempio, assegno o bonifico) potrebbe consentire pratiche elusive dell'obbligo di avere da parte dello straniero extracomunitario leciti e trasparenti mezzi di sussistenza durante il soggiorno in Italia, a tutela di un elementare e primario canone di salvaguardia della sicurezza collettiva"
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 12 settembre - 7 novembre n. 679: Regolarizzazione 2012 - "i presupposti prescritti dalla normativa di sanatoria in oggetto debbono essere necessariamente esistenti e comunicati all'Autorità procedente anteriormente alla data di conclusione del relativo procedimento con l'emanazione del provvedimento finale: nel caso in esame nessuna di tali due condizioni - costituenti espressione di un elementare canone di ragionevolezza dell'azione amministrativa di rilevanza costituzionale - risulta ottemperata dall'attuale ricorrente"
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 12 settembre - 7 novembre n. 677: Regolarizzazione 2012 - in assenza di un presupposto espressamente richiesto dalla normativa di sanatoria in oggetto per l'accoglimento delle relative dichiarazioni di emersione, l'Autorità procedente era conseguentemente vincolata all'adozione di un provvedimento di rigetto, per modo che non sussiste né il lamentato eccesso di potere né carenza di motivazione, né ingiustizia manifesta
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 12 settembre - 7 novembre n. 673: Regolarizzazione 2012 - i 2 certificati medici a firma dott. ** , Dirigente medico presso l'Ospedale civile di Urbino, risultano rilasciati nell'esercizio di libera professione, e pertanto non provengono da organismi pubblici come richiesto a fini probatori dall'art.5 del Dlgs 109/12, anche nell'interpretazione resa dall'Avvocatura generale dello Stato, che ritiene idonea la certificazione medica solo se "proveniente da struttura pubblica"
  • TAR Marche Sentenza del 24 ottobre - 6 novembre 2013 n. 797: fino a quando la penale responsabilità del datore di lavoro e/o del lavoratore "emerso" non siano accertate - soprattutto in punto di fatto - da una sentenza penale passata in giudicato, la revoca del permesso di soggiorno rilasciato a seguito di "emersione" è illegittima, salvo che, come detto, l'amministrazione non abbia già accertato autonomamente che il rapporto di lavoro non si è svolto nel periodo indicato dalla normativa riguardante la regolarizzazione de quo
  • TAR Liguria Sentenza del 30 ottobre 2013 n. 1267: la dimostrazione della produzione del reddito minimo di legge è ineludibile per gli stranieri, né la circostanza può essere surrogata con la prova della convivenza con altri soggetti percettori di reddito
  • TAR Campania Sentenza del 9 - 30 ottobre 2013 n. 4872: "l'ipotesi di cui all'art. 625 n. 6 non rientra nella previsione di cui all'art. 380 del codice di procedura penale, mentre la riconducibilità del titolo di reato alle ipotesi di cui all'art. 381 c.p.p imponeva all'amministrazione, alla luce della sentenza della Corte Costituzionale n. 172/2012, di esplicitare le ragioni sulla base delle quali è stato accertato che l'istante rappresenta una minaccia per l'ordine pubblico o la sicurezza dello Stato; valutazione che, per quanto sopra precisato, non è rinvenibile nel provvedimento impugnato"
  • TAR Veneto Sentenza del 17 - 24 ottobre 2013 n. 1222: Regolarizzazione 2012 - l'impossibilità di emersione si giustifica in relazione alla specificità degli effetti della sentenza penale avente ad oggetto l'espulsione. Tale specificità non consente di comparare tali casi con quelli disciplinati in via generale dalla legge riguardo i diversi casi in cui è possibile o meno la procedura di emersione
  • TAR Piemonte Sentenza del 10 - 24 ottobre 2013 n. 1098: Regolarizzazione 2012 - nel caso di specie, dal DURC emesso in data 28 marzo 2013 risulta che il lavoratore non è stato denunciato all'Inail e che non risulta regolare, alla data del 26 marzo 2013, il versamento in suo favore dei premi e accessori
  • TAR Lombardia Sentenza del 9 - 23 ottobre 2013 n. 883: Regolarizzazione 2012 - l'odierno ricorrente non era in possesso di tale titolo, né lo ha attenuto successivamente, essendosi concluso negativamente il relativo procedimento. Non si è, dunque, in presenza di uno di quei fatti imputabili al datore di lavoro che il legislatore ha ritenuto di qualificare come non ostativi al rilascio del titolo di soggiorno, bensì di un soggetto che non aveva, a monte, l'indispensabile requisito soggettivo per presentare l'istanza di regolarizzazione. Ne consegue l'impossibilità di dare applicazione al disposto di cui al decreto legge n. 76/2013 e la legittimità del provvedimento impugnato
  • TAR Campania Sentenza del 9 - 23 ottobre 2013 n. 4686: le condanne sulle quali si fonda il diniego risalgono a data antecedente la modifica dell'art. 4, comma 3, del ripetuto Testo unico del 1998, quale operata dalla legge 189 del 2002, con la conseguenza che le stesse non precludono, in via automatica il rinnovo del titolo richiesto, necessitando al riguardo, infatti, un'adeguata motivazione sulla pericolosità sociale e sul mancato inserimento sociale dell'interessato, che nella specie è mancata
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 3 - 23 ottobre n. 652: "non integra un motivo di per sé preclusivo dell'idoneità della documentazione esibita la circostanza (addotta dall'Amministrazione) che l'interessato abbia allegato, per l'anno 2006, un "conto economico" dell'impresa individuale costituita a suo nome e non anche l'apposita dichiarazione dei redditi, così come le fatture depositate in giudizio a comprova della prosecuzione dell'attività di lavoro autonomo e la sopraggiunta assunzione quale lavoratore a tempo determinato (dal 2 dicembre 2008) rivelano la sussistenza di un complesso di elementi da cui non si può prescindere nella valutazione della capacità del ricorrente di produrre reddito e di provvedere in tal modo al sostentamento della propria famiglia"
  • TAR Lazio Sentenza del 3 - 23 ottobre 2013 n. 791: l''esistenza di un decreto di espulsione per condizione di clandestinità sotto altro nominativo non può costituire condizione da sola atta a sorreggere la motivazione di un diniego di rilascio di permesso di soggiorno, ove manchino accertamenti più approfonditi circa l'origine di tale alias se cioè esso sia il risultato della volontà del dichiarante di fornire false generalità e non piuttosto un errore materiale di trascrizione dei dati correttamente riferiti, oppure manchino accertamenti più approfonditi sulla compatibilità dell'espulsione con le ragioni sopravvenute che hanno comportato, a suo tempo, il rilascio del titolo successivo all'ingresso
  • TAR Toscana Sentenza del 26 settembre - 21 ottobre 2013 n. 1431: Regolarizzazione 2012 - il ricorrente ha fornito elementi sintomatici di una possibile inattendibilità della segnalazione a carico del lavoratore da regolarizzare avendo prodotto un certificato medico rilasciato nei suoi confronti in Italia proprio il giorno in cui la segnalazione è stata inserita nel sistema
  • TAR Liguria Sentenza del 3 - 18 ottobre 2013 n. 1232: non é trascorso il termine annuale, decorrente dalla data di cessazione del lavoro, utile per reperire altra stabile occupazione (si ringrazia l'Avv. Ballerini per la segnalazione)
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 13 giugno - 14 ottobre 2013 n. 627: era onere di normale diligenza a carico del medesimo dare comunicazione all'Autorità procedente del suo temporaneo allontanamento dal territorio nazionale e di un eventuale recapito alternativo per le successive notifiche da parte della medesima non essendo razionalmente ammissibile - sulla base di un elementare canone di buona amministrazione di rilevanza costituzionale - che vi sia un eventuale ritardo temporale nella definizione di una procedura come quella in oggetto - prevista non solo a tutela del richiedente, ma anche a tutela dell'interesse primario alla sicurezza collettiva - in conseguenza di scelte personali dell'interessato ignote all'Amministrazione
  • TAR Friuli Venezia Giulia Sentenza del 25 settembre - 10 ottobre 2013 n. 483: il ricorrente, prima dell'emanazione dell'atto impugnato, aveva comunicato di avere instaurato un rapporto di lavoro. Ne consegue che, ai sensi dell'articolo 5 comma quinto del testo unico 286 del 1998, bisognava tener conto degli elementi nuovi che consentirebbero il rilascio del permesso di soggiorno
  • TAR Emilia Romagna Sentenza del 18 settembre - 10 ottobre 2013 n. 275: qualora il rapporto di lavoro in base al quale si chiede il titolo di soggiorno risulti essere fittizio, non v'è possibilità di ottenere il titolo in seguito all'instaurazione successiva di altro rapporto di lavoro
  • TAR Campania Sentenza del 25 settembre - 9 ottobre 2013 n. 4515: il titolo di reato per cui vi è condanna (ricettazione) non rientra tra quelli ostativi alla concessione del permesso di soggiorno ai sensi dell'art. 4 comma 3, del d. l.vo n. 298 del 1998 per cui non sono applicabili automatismi di sorta nel senso di denegare il titolo
  • TAR Lombardia Sentenza del 17 luglio - 8 ottobre 2013 n. 826: la Questura sostiene che il permesso di soggiorno per residenza elettiva presuppone la titolarità di una pensione italiana, o quantomeno la disponibilità di redditi da beni immobili o da vitalizi. Il ricorrente invece, dopo essere stato annotato nel permesso di soggiorno della madre (essendo entrato in Italia nel 1986 all'età di otto anni), ha ottenuto un permesso per motivi di famiglia e poi per iscrizione nelle liste di collocamento, di fatto senza mai svolgere attività lavorativa, ma afferma a) di appartenere a una ricca famiglia egiziana, proprietaria di immobili sia a Il Cairo sia ad Alessandria d'Egitto; (b) tali immobili, dati in locazione a commercianti locali, producono una rendita mensile che viene accreditata in Italia al ricorrente, come provato dalle ricevute bancarie e dagli estratti conto del Credito Bergamasco; (c) con questa disponibilità di denaro il ricorrente ha acquistato quattro unità immobiliari nel Comune di Bovezzo (residence Prealpino)
  • TAR Lombardia Sentenza del 23 maggio - 7 ottobre 2013 n. 822: "solo l'ultima condanna comminata al ricorrente è successiva alla modifica introdotta dalla legge 94/2009, e dunque sarebbe l'unica teoricamente in grado di provocare in sede amministrativa la misura automatica del diniego di titolo di soggiorno. Dopo la sentenza n. 172/2012 è però dirimente la constatazione che i reati per i quali il ricorrente è stato condannato non raggiungono neppure il rilievo richiesto dall'art. 381 cpp per l'arresto facoltativo. Pertanto, non solo non può operare alcun automatismo espulsivo, in conseguenza dei riflessi che la sentenza n. 172/2012 ha prodotto sull'art. 4 comma 3 del Dlgs. 286/1998, come si è visto sopra, ma la situazione presenta oggettivamente un basso livello di allarme sociale"